Vincenzo De Luca ha iniziato la sua consuetudinaria diretta del venerdì spiegando quanto sia grave la situazione pandemica in cui ci troviamo, paragonandola a una vera e propria guerra.
SIAMO IN GUERRA – “Secondo le previsioni ci troviamo nel pieno della terza ondata del Covid-19. Ci avviamo ad avere un paese che è tutto in zona rossa, noi già ci siamo. Continuiamo a registrare un numero elevato di nuovi contagi, abbiamo avuto 500 casi sintomatici, se soltanto il 10% richiede il ricovero noi dobbiamo liberare i posti letto e dunque abbiamo una situazione seria. Reggiamo con le degenze e con i posti liberi in terapia intensiva, ma è necessario bloccare la crescita del contagio altrimenti saremo costretti a chiudere altri reparti per destinarli ai pazienti Covid-19. Questo è il problema quando si chiude l’Italia per impedire che non ci siano posti in ospedale. Dobbiamo entrare nell’ordine di idee che i nostri comportamenti devono essere simili a quelli di marzo scorso, si deve stare in casa e uscire per motivi indispensabili. Non è chiaro a tanta parte dei nostri concittadini che siamo in guerra, perché quando inizi ad avere 25mila positivi in Italia e ogni giorno 400-500 morti vuol dire che siamo in guerra. Siamo in una situazione quasi che in ogni condominio c’è un nostro concittadino che muore. Siamo una situazione che non è normale amministrazione (…). Noi abbiamo cominciato la vaccinazione con il personale scolastico, la piattaforma della Regione Campania aveva bisogno di avere la conferma che chi si era prenotato facevano davvero parte del ministero della Pubblica Istruzione, ma dal Governo ci hanno fatto sapere che non poteva essere comunicato per ragioni di privacy”, queste le parole del governatore campano.
GESTIONE VACCINI – “Facciamo un punto di chiarezza rispetto alla situazione delle vaccinazioni, cominciamo a chiarire che c’è una sola priorità è data dal personale sociosanitario, dalle residenze sanitarie assistite, dagli ultra ottantenni e dalle fasce deboli (disabili, malati cronici, oncologici, malati di diabete, pazienti di malattie rare) che nella nostra regione sono un milione di cittadini. Poi vi è una seconda categoria indicata come prioritaria dal governo nazionale: mondo della scuola e forze dell’ordine. Quando parliamo di diversi vaccini vogliamo dire questo che per personale sanitario, fasce deboli e ultraottantenni viene utilizzato Pfizer o Moderna. Per gli altri AstraZeneca, i due vaccini camminano su fasce diverse, per non rimanere fermi iniziamo a usare questo vaccino per cittadini che non hanno patologie gravi. Credo che dalla prossima settimana si inizieranno a vaccinare le persone deboli, il problema è che Pfizer non c’è nella misura necessaria, purtroppo viaggiamo con forniture basse (…). Chiariamo una serie di polemiche che si è detto che abbiamo vaccinato giornalisti e altre categorie, ella categoria di pubblica utilità sono entrati tutti quanti, questo ha determinato l’equivoco, queste categorie non sono prioritarie”. Il governatore ha poi chiarito che le file alla Mostra d’Oltremare sono state dovute alle persone che si sarebbero anticipate anche 2-3 ore prima dell’appuntamento che avevano.
ASTRAZENECA – Il presidente è poi passato a parlare della questione AstraZeneca: “Prima raccomandazione evitiamo psicosi, evitiamo situazioni di angoscia. Si è determinato un problema di cui dobbiamo parlare con grande chiarezza e presentando la realtà per quella che è. Ci sono state alcune ricadute che vanno verificate in persone che hanno avuto la somministrazione di AstraZeneca, tenete conto che sono milioni in Europa, su milioni abbiamo avuto poche decine di casi anche gravi. La cosa che bisogna accertare è che le patologie che si sono determinate fossero davvero collegate con il vaccino, spesso capita che ci siano stati decessi ma in soggetti che avevano patologie sopraggiunte dopo il vaccino. Allora anche in Campania è stata sospesa la somministrazione del lotto in cui rientrano le persone che hanno avuto problemi. Stiamo tranquilli”.
LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE – Il governatore campano ha poi voluto fare “la storia della vaccinazione”, ripercorrendo le tappe vissute dall’inizio della campagna di vaccinazione, ironizzando sulla pubblicizzazione fatta all’arrivo dei vaccini in Italia “un grande evento mediatico”. De Luca ha poi spiegato che lui si è fatto il vaccino prima per dare l’esempio in un momento in cui c’era tanto timore rispetto alle vaccinazioni: “Molti vaccini sono rimasti nei frigoriferi il 27 dicembre perché chi voleva farselo non si è presentato”. “Dopo un mese – continua De Luca – ci hanno iniziato a dire che i vaccini non arrivavano, siamo andati avanti rispettando le priorità. Possiamo vantare un risultato oggi abbiamo gli ospedali Covid-free, sicuri dal punto di vista del contagio, non è una piccola cosa”.
PREVISIONE – “Qual è l’obiettivo che abbiamo oggi, è porre fine a questo calvario entro il 2021, avevamo programmato che nel mese di luglio avremmo avuto Napoli interamente vaccinata. Non ci sono arrivati i vaccini, dunque, i tempi si sono allungati. 173mila sono le persone che hanno ricevuto le due dosi in Campania, se andiamo con questi ritmi in 10 mesi noi arriveremo a vaccinare non più di 700mila persone (intesi quelli a due dosi). Questo significa che il calvario continuerà anche nel 2022. Noi stiamo lavorando anche per fornirci di altri vaccini, ci dicono che dovrebbero arrivare alcuni milioni di vaccini per aprire, maggio e giugno. Io credo che dobbiamo puntare a diverse forniture, queste nazionali e ad altre, ovviamente rispettando tutti gli iter Aifa ed Ema di controlli. Solo così possiamo concludere il calvario entro il 2021, senza la vaccinazione e l’immunità di gregge non torniamo alla vita normale. Mi sento di chiedere ancora un sacrificio in nome di questa prospettiva, oltre le categorie fragile da oggi in poi si procede per fascia d’età, una volta definite le prioritarie si procede per fasce d’età, altrimenti generiamo il caos. Nel frattempo faremo una battaglia per distribuire in modo equo i vaccini, ad oggi la Campania è penalizzata (…)”.
Il governatore è poi passato a parlare della situazione politica attuale.
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