La morte di Diego Armando Maradona è stato un forte lutto per Napoli e i suoi cittadini. La scomparsa di colui che è stato e sempre lo sarà un mito per il popolo partenopeo è stato un duro colpo per una terra, che grazie alle magie del campione argentino, ha vissuto un sogno. Era inevitabile, dunque, che la notizia fosse accolta tra il dolore e la commozione generale, così come era impensabile che i cittadini non gli avrebbero reso omaggio con manifestazioni, veglie, cori e canti. Il popolo partenopeo, che nei momenti di gioia e dolore, dimostra un’unione potentissima, mossa da una forza aggregatrice probabilmente ineguagliabile, doveva piangere il suo re e l’ha fatto.
Il San Paolo e il murale ai Quartieri Spagnoli sono diventati il luogo del pellegrinaggio, dove in migliaia si sono recati a lasciare un fiore, un biglietto, una sciarpa, un lumino, un’ovazione generale che ha commosso il mondo intero, probabilmente impossibile da arrestare. Nonostante, infatti, l’intera Campania sia in zona rossa, non è stato fatto nulla per gestire la folla commossa che voleva omaggiare il grande Diego. Forse nulla si sarebbe potuto fare e probabilmente non c’è stata la volontà di intervenire. Non può, però, non essere notato il silenzio di Vincenzo De Luca e Luigi De Magistris. Governatore e primo cittadino, oltre a esprimere il loro cordoglio per la scomparsa di Maradona, nulla hanno detto sugli assembramenti, né hanno invitato i cittadini a prestare una maggiore attenzione, a cercare di mantenere il distanziamento. Eppure sono tutte regole che il presidente della Regione ripete dall’inizio dell’emergenza epidemiologica. Dall’altro canto il sindaco di Napoli fino a prima che la regione diventasse zona rossa, aveva richiesto a gran voce che ci fosse questo passaggio perché i rischi erano troppo alti.
Ciononostante entrambi, sebben siano rinomatamente due “chiacchieroni” che a colpi di post e ospitate in tv se ne sono dette di tutti i colori, hanno preferito il silenzio. Nemmeno una parola o un invito alla prudenza. Forse il rischio di conquistare antipatie provando a limitare gli omaggi al grande Diego era troppo alto e dunque, per una volta, nonostante la pandemia non sia passata, la testa dall’altro lato si poteva girare. Chiudere un occhio per qualche giorno perché è impossibile arginare l’amore che i napoletani hanno per Maradona. Il problema, però, è che a chiudere quest’occhio siano stati un presidente della Regione e il sindaco, così come il resto delle istituzioni territoriali.
Ora nessuno vuole dire che la Polizia avrebbe dovuto fermare la folla di persone che ha omaggiato il campione argentino, ma una parola da parte di De Luca e De Magistris ce la saremmo aspettata. Così come il tentativo di organizzare in qualche modo l’affluenza di persone. Affluenza già bersagliata su più fronti. Ma va detto che l’amore e il dolore dei napoletani verso Maradona è una cosa che non tutti possono comprendere. Per cui la colpa non è sicuramente dei cittadini che dinanzi a questa forte emozione hanno voluto ricordare il loro mito, ma forse di chi deve amministrare e gestire la città, che avrebbe potuto prevedere non un divieto ma un’organizzazione migliore proprio per l’eccezionalità dell’evento.
De Magistris e De Luca probabilmente consci dell’impossibilità di fermare quest’ovazione, hanno preferito la strada del silenzio invece che quella dell’ammissione. Dire “non possiamo controllare tutta la città”, non è sicuramente un’esternazione che si aspetta da un primo cittadino e un governatore. Però, non dire proprio nulla forse è ancora peggio.
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