Scampia

“E’ il figlio di un ex boss”, vietati i funerali di Nunzio Giuliano. La moglie: “Mi do fuoco”

Vietati i funerali pubblici di Nunzio Giuliano, il 36enne dei Quartieri Spagnoli morto a Torino negli ultimi giorni del 2018 dopo una lunga agonia in ospedale in seguito a un grave incidente avvenuto lo scorso 16 novembre nel capoluogo piemontese.

Quel giorno Giuliano, detto ‘Cocò‘,  venne travolto da un’auto civetta della polizia mentre si trovava in sella a una moto guidata da un complice durante – secondo gli investigatori – un tentativo di scippo di un rolex.

“Rischio di azioni di rappresaglia e iniziative intimidatorie” questa la motivazione – riportata dal quotidiano “Il Roma” – che ha spinto il questore di Napoli Antonio De Iesu a vietare i funerali pubblici di Nunzio Giuliano. Una decisione dovuta principalmente alla figura del padre di Nunzio, Guglielmo Giuliano, detto ‘o stuorto, uno dei padrini di Forcella negli anni ’80 e ’90.

Nella foto Guglielmo Giuliano

Oggi ha 67 anni e vive lontano da Napoli dopo la decisione agli inizi degli anni 2000 di collaborare con la giustizia insieme ai suoi fratelli. Ma per la Questura di Napoli “la celebrazione dei funerali potrebbe rappresentare da parte dei gruppi criminali di opposta fazione danneggiati dalla posizione di collaboratore assunta dal padre di Giuliano occasione propizia per la commissione di azioni di rappresaglia, di iniziative intimidatorie o comunque illegali”.

Nunzio Giuliano quando il padre si pentì era un bambino di poco più di 10 anni. Non rientrò nel programma di protezione previsto per Guglielmo Giuliano, la sua seconda moglie e altri figli.

Alla base della decisione del questore ci sarebbero alcuni episodi verificatisi nel recente passato. Dall’aggressione contro un altro Nunzio, figlio di Luigi Giuliano, l’ex “re” di Forcella a quella proprio contro Raffaele Giuliano, 23 anni, figlio di Guglielmo Giuliano, nei mesi scorso tornato a Napoli per un funerale. Un’aggressione denunciata dalla seconda moglie dell’ex padrino su Facebook con tanto di minacce nei confronti dei presunti responsabili, appartenenti alle famiglie Di Martino-Vicorito.

Una decisione che ha provocato la rabbia e l’indignazione dei familiari che hanno annunciato – attraverso il proprio legale – ricorso al prefetto. “Nunzio non è mai stato un camorrista ma lo stanno trattando come tale – si legge su Il Roma -. In passato ha avuto dei problemi con la legge, ma non è mai stato un malavitoso e non è mai stato fermato in compagnia di altri affiliati. Tra l’altro ormai da anni viveva ai Quartieri Spagnoli. Con Forcella non aveva più alcun legame”. Una decisione, quella di vietare i funerali, che ha portato la moglie di Nunzio Giuliano – così come si legge su Il Roma – a minacciare di darsi fuoco.

 

redazione

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