Dal rischio scarcerazione che sarebbe potuta arrivare con la prossima scadenza dei termini della custodia cautelare, ad una condanna in primo grado a 20 anni di carcere con l’accusa di associazione di stampo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti. Come riportato da Manuela Galletta su Giustizia News 24, è stata questa la sentenza (non definitiva) pronunciata dal Gip (Giudice per le indagini preliminari) del Tribunale di Napoli Paola Piccirillo nei confronti di Rosaria Pagano alias “Zia Rosaria“.
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La Pagano è una donna di spicco all’interno del panorama camorristico napoletano. Le sue importanti parentele le hanno permesso di stare alla guida del cartello degli Amato – Pagano protagonisti della scissione dal clan Di Lauro e fautori di quella che è conosciuta come la faida di Scampia e Secondigliano. Da quando il cognato Raffaele Amato e il fratello Cesare Pagano sono stati arrestati rispettivamente nel 2009 e nel 2010, è stata “Zia Rosaria” insieme ai propri figli a mantenere le redini del clan. Finché non è rimasta da sola alla guida della famiglia, in quanto il primogenito Carmine è stato arrestato nel 2011. Addirittura la Pagano è stata in grado di ricucire lo strappo interno al sodalizio provocato dal boss emergente della fazione dei Pagano, Mario Riccio agli arresti dal 2014.
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Accolta in pieno, dunque, la tesi accusatoria dei Pm Vincenza Marra e Maurizio De Marco. Rosaria Pagano, arrestata a gennaio dell’anno scorso e detenuta al regime del 41 bis, ha incassato il massimo degli anni di detenzione, nonostante il processo si sia svolto con rito abbreviato. Quest’ultima è una prassi giuridica che avrebbe potuto garantire a “Zia Rosaria” lo sconto di un terzo della pena. Questa condanna ha chiuso un primo ciclo processuale condotto dalla procura antimafia contro gli Amato – Pagano.
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Condannati a 20 anni anche Mario Avolio e Ferdinando Lizza. Salvatore Tufo è stato condannato a 18 anni di reclusione. 12 gli anni inflitti a Vincenzo Barbella, 14 e 9 quelli per Giuseppe e Leonardo Leonardi. Una curiosità, è stato arrestato ed è tutt’ora detenuto, anche il secondogenito minorenne di Rosaria Pagano, il 16enne D. Amato. Il giovane boss è finito in manette a maggio dello scorso anno con un’accusa pesantissima: è ritenuto responsabile dell’organizzazione e dell’esecuzione materiale del duplice omicidio di due affiliati al clan Amato-Pagano, avvenuto il 20 giugno 2016.
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