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Carcere di Poggioreale, la denuncia dal padiglione San Paolo: “Rischiamo la vita”

Quattro denunce spedite via raccomandata a quattro destinatari d’eccezione: il presidente della regione Campania, il procuratore della repubblica a Napoli, il direttore generale dell’ASL (Azienda sanitaria locale) Napoli 1 e alla direzione generale del DAP (Dipartimento autorità penitenziaria).

Quattro segnalazioni con un unico tema: le precarie e disumane condizioni dei detenuti ricoverati presso il padiglione San Paolo del carcere di Poggioreale. Le ricevute delle raccomandate con tanto di lettera sono state recapitate alla redazione di VocediNapoli.it. Poche righe rivolte da un carcerato alla massima carica istituzionale del paese, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Illustrissimo Presidente Mattarella, il centro SAI della casa circondariale di Poggioreale è un lager sotto il profilo medico. Le scrivo per chiederLe se anche per noi esiste l’articolo 32 della Costituzione. Se poi ciò non è vero allora dateci una morte rapida. Qui non ci sono ergastolani ma solo gente che se curata per tempo e adeguatamente, ritorna sana e salva alle proprie famiglie. Ora si torna a casa per una lunga e dolorosa agonia. Presidente ciò che chiediamo è giustizia“.

Queste le parole del detenuto in questione che delle quattro raccomandate, ha ricevuto risposta soltanto da quella inviata alla procura. Gli inquirenti hanno anche disposto un interrogatorio del carcerato per verificare il contenuto della denuncia.

Ma non è finita qui, c’è un’altra lettera che la redazione di VocediNapoli.it ha ricevuto. Sempre scritta da un detenuto ricoverato al padiglione San Paolo. In questo caso è richiesta una maggiore attenzione da parte delle istituzioni sui comportamenti dei responsabili sanitari all’interno del reparto. Il detenuto in questione è portatore di “trapianto renale e portatore dei virus B e C“.

L’uomo ha denunciato “la presenza nella mia stessa stanza di un altro detenuto affetto dal virus B. Inoltre questa persona ha un fegato cirrotico con relativo carcinoma epatico. Non sta ricevendo alcuna cura e lo vedo peggiorare da almeno due anni. Questa situazione sta causando un trauma alla mia stabilità psichica in quanto vedo calpestare ogni giorno l’articolo 32 della Costituzione. In tutto ciò, il responsabile sanitario non fa nulla“.

Gli esposti di entrambi i carcerati sono stati inoltrati al garante dei detenuti per la Campania Samuele Ciambriello, alla coordinatrice del Partito Radicale Rita Bernardini e al segretario dell’associazione ex Don Pietro Ioia. Proprio il garante Ciambriello ha confermato che: “Ruggiero Capasso durante un colloquio dello scorso 3 novembre presentava diversi problemi di salute. Il 6 novembre è scattata una comunicazione al Dirigente sanitario per una visita specialistica per un intervento all’aorta addominale. Lo stesso giorno ha risposto al nostro ufficio il U.O.C. Asl Napoli, informandoci che il 19 dicembre avrebbero effettuato una tac. Il successivo 13 dicembre ho effettuato un altro colloquio. Sono in attesa di novità rispetto la tac e l’eventuale intervento. Invece, con Cesare Lapia ho avuto un colloquio lo scorso 4 gennaio. Lapia ci ha detto di essere affetto da epatite C e di non essergli somministrato il farmaco adatto. Già il 5 dicembre precedente c’era stata una nostra nota al dirigente sanitario per sollecitare le cure urgenti. Entrambi li ho visti il 4 marzo in cella durante una visita al padiglione San Paolo“.

Il tutto avviene proprio nei giorni in cui il governo guidato dal premier Paolo Gentiloni ha approvato i decreti attuativi per la riforma dell’ordinamento penitenziario. La legge per diventare effettiva necessiterà di un ultimo passaggio, non vincolante per il governo, nelle commissioni parlamentari. Molto probabilmente il decreto sarà inserito nell’ordine dei lavori di una commissione speciale. Il provvedimento prevede pene alternative e la scarcerazione per reati non gravi, in favore di quei detenuti che devono scontare ancora 4 anni di detenzione. Inoltre, ci saranno delle procedure più snelle sull’inserimento al lavoro in carcere e all’accesso alle cure sanitarie. Ovviamente il tutto sarà sempre stabilito dal magistrato di sorveglianza che potrà valutare la situazione di un detenuto caso per caso. Esclusi dai benefici i colpevoli per reati legati al terrorismo e i reclusi al regime del 41 bis.

L’appello di un detenuto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
La denuncia di un detenuto ricoverato al padiglione San Paolo

Le ricevute delle raccomandate che il detenuto ha inviato all’ASL, la regione Campania, la procura di Napoli e al DAP

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redazione

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