Rivali nella faida del Rione Sanità ma con lo stesso identico tatuaggio pubblicato più volte su Facebook, dove si nascondevano dietro profili fake. Sono le storie di Raffaele Cepparulo, alias ‘Ultimo‘, appartenente ai cosiddetti Barbudos, fedelissimi nel rione Sanità del clan Esposito-Genidoni-Spina, e di Daniele Pandolfi, 21enne che su Facebook si cela dietro un alias, ritenuto dagli investigatori vicino al clan Vastarella.
Il primo è stato ucciso il 7 giugno scorso a Ponticelli, dove aveva trovato rifugio dopo la strage delle Fontanelle e i relativi arresti dei vertici del clan. In quella occasione i killer fecero irruzione in un circolo ricreativo del Lotto Zero e aprirono il fuoco contro il 25enne e contro Ciro Colonna, 19enne incensurato la cui unica “colpa” è stata quella di tornare indietro durante la fuga per recuperare gli occhiali che gli erano caduti.
Pandolfi invece è riuscito a sopravvivere all’agguato di due giorni fa all’interno di una cornetteria in viale dei Pini ai Colli Aminei dove ha perso la vita Antonio Bottone, 28 anni. Un raid sul quale sono in corso le indagini dei carabinieri che inseriscono l’omicidio e il tentato omicidio nella faida per il controllo degli affari illeciti nel Rione Sanità che vedono da una parte i Vastarella e i Tolomelli, dall’altra quel che resta degli Esposito-Genidoni-Spina e i Sequino. Faida partita nel gennaio del 2015 con l’omicidio di Ciro Esposito, figlio del boss Pierino, a sua volta ucciso nel novembre dello stesso anno per mano del clan Lorusso, da sempre alleato dei Vastarella.
Entrambi, nonostante l’appartenenza a due cartelli criminali diversi, portavano lo stesso tatuaggio. La scritta “LOVE” composta da una pistola, una bomba a mano, un taglierino e un kalashnikov. Con l’unico dettaglio del fucile che per uno dei due punta verso l’alto mentre per l’altro verso il basso. L’amore sotto forma di violenza.
Sia Cepparulo che Pandolfi elogiavano, arrivando quasi a venerare, i boss dei rispettivi clan di appartenenza. Cepparulo oltre alla scritta “Love” aveva infatti tatuaggi dedicati ai due giovani ras del clan: Ciro ‘o Spagnuolo, alias Ciro Esposito, e Antonio Genidoni (in carcere dopo la strage delle Fontanelle dello scorso 22 aprile 2016), fratellastri e figli del boss ammazzato Pierino Esposito. Pandolfi invece ha idolatrato direttamente su Facebook i fratelli Giuseppe e Vittorio Vastarella, entrambi uccisi in due agguati differenti.
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