Gerardo Ferrara è stato la controfigura di Massimo Troisi nel suo ultimo film, “Il Postino”. Il 31enne di Sapri ha raccontato il modo in cui fu scelto per aiutare l’attore a completare la sua ultima opera e un interessante retroscena sulla vita privata del regista.
Massimo, gravemente malato di cuore, era molto affaticato. Qualcuno doveva sostituirlo in alcune scene. La produzione scelse Gerardo perché somigliava tantissimo all’attore. L’uomo parla addirittura di sensazione di guardarsi allo specchio quando si scontrava con Troisi. Proprio durante le riprese la moglie di Gerardo, Elena, rimase incinta ed è qui che parte il racconto del retroscena. Massimo chiedeva: “Come sta Pablito? Mi raccomando lo dobbiamo chiamare Pablito“, riferendosi al poeta protagonista del film, Pablo Neruda.
Sulla pagina Facebook “I figli dell’amore eterno” si racconta che il 3 giugno, giorno dell’ultimo ciak del film, Massimo salutò tutti così: “Vi amo tutti, non dimenticatevi di me”. Il giorno dopo morì:
“Oggi Gerardo ha 25 anni in più, una carriera da insegnante, un bed and breakfast e nessun altro ricordo dal mondo del cinema. Ha anche un libro che Massimo gli regalò con una dedica: “A Gerardo, per la pazienza e l’abnegazione con le quali ha reso più piacevole e meno faticoso il mio lavoro”. Suo figlio nacque poco dopo la morte di Troisi. Non l’ha chiamato Pablito. D’accordo con sua moglie, decise di chiamarlo Massimo“.
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