Vive da anni a Reggio Emilia, in una prima fase sottoposto al regime valido per i collaboratori di giustizia: località protetta e tanto anonimato. Ma da tempo Luigi Giugliano non è più un pentito.
Il figlio di Nunzio Giuliano (ucciso in un agguato a Napoli nel 2005) e nipote di Luigi Giulino (l’ex ‘Re‘ di Forcella oggi pentito), è stato arrestato e trasportato in carcere. Giuliano è finito in manette nel 2020 dopo che aveva accoltellato un uomo per motivi passionali. Ha iniziato a scontare la sua pena ai domiciliari. Ma nei giorni scorsi è stato avvistato in un parco vicino casa e condotto di nuovo in cella.
Ma per un ex collaboratore di giustizia la vita dietro le sbarre non è certo un toccasana. Come riportato dal collega Ciro Cuozzo su Il Riformista, Luigi Giuliano ha lanciato un appello: “Non posso stare tra i detenuti comuni. Rischio la vita. Preferisco uccidermi, fatemi uscire“.
Per questo motivo Giuliano è ancora in isolamento carcerario, a maggior ragione dopo che ha compito atti di autolesionismo. Anche la moglie ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Deve scontare circa un anno in carcere e chiede solo di essere trasferito perché teme per la sua incolumità. Anche se per lo Stato italiano non è più in pericolo, in carcere queste cose funzionano diversamente e chi è stato pentito viene considerato alla stregua di un collaboratore di giustizia attuale. I regolamenti di conti la camorra non li dimentica“.
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