Concerti abusivi e folla, i neomelodici fanno vergognare i napoletani: “Questa non è la nostra città”

Non so quanti comunicati arrivano ogni giorno alla mail della nostra redazione su feste ed eventi abusivi che hanno avuto come protagonisti i neomelodici. Questi ultimi e chi li ingaggia, con la collaborazione dei ‘manager‘, hanno dimostrato un totale rifiuto delle regole.

Norme semplici che dovrebbero regolare il vivere comune e civile. Soprattutto in tempi di pandemia. Così, mentre la gente ha sofferto a causa del coronavirus (o per un lutto o per la perdita del lavoro o per aver rinunciato alla propria libertà e socialità), i neomelodici e la plebaglia che li sostiene, si divertono mettendo in scena spettacoli degradanti e abusivi.

Un fenomeno che sta dilagando e degenerando anche a causa dell’uso improprio che si sta facendo dei social. Mezzi che purtroppo stanno dando notorietà a persone senza né arte e né parte. Personaggi che stanno inquinando il mondo della musica e della canzone e che sempre più sodalizzano con ambienti criminali che sguazzano nell’illegalità.

Alcuni neomelodici sono la vergogna di Napoli

Il tutto sta avvenendo nella più totale indifferenza. Anzi, la situazione è persino vista da molti come normale. Perché forse ci siamo assuefatti e abituati allo schifo e questo in un città meravigliosa come Napoli non dovrebbe mai accadere.

Eppure le brave persone sono costrette a ‘nascondersi’ per non subire le angherie della quotidianità. Mentre loro continuano a divertirsi, a ballare e cantare sprezzanti delle regole. Perché loro non sono né depressi e né repressi ma ‘tipi buoni’.

Non si tratta di essere snob o classisti ma semplicemente di prendere atto di una situazione sociale e culturale devastante, della quale sono responsabili anche le istituzioni. Mi auguro solo che i figli e i nipoti di queste persone possano aspirare ad altro. Altrimenti il futuro di intere generazioni è già segnato.

Perché come hanno tenuto a dirci tanti dei nostri lettori, di questa Napoli abbiamo vergogna. Questa non è la nostra città.

redazione

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