Patrizia Coluzzi, 41 anni, ha ucciso la figlia di 2 anni e poi ha tentato il suicidio. Poco prima l’ultimo messaggio al marito, dal quale si stava separando. La donna, residente a Cisliano, nel Milanese, è ricoverata all’ospedale Fornaroli di Magenta, le sue condizioni sono critiche ma non è in pericolo di vita. Le indagini del caso sono affidate al pm Roberto Valli della procura di Pavia competente per il territorio di Cisliano.
La tragedia si è consumata nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 marzo, in un appartamento di via Mameli. A ritrovare il corpicino senza vita della piccola Edith, di soli due anni, sono stati i carabinieri della compagnia di Abbiategrasso poco dopo l’alba di questa mattina. Ad allertare il 112 è stato il marito della donna insospettito da un messaggio che la compagna gli avrebbe inviato prima di tentare il suicidio e dopo aver ucciso la figlioletta.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i medici non avrebbero riscontrato segni di violenza sul corpo della bimba; l’ipotesi è che dunque sia morta per soffocamento. Saranno eventuali esami autoptici a stabilire con certezza le circostanze del decesso. La donna invece è in ospedale, sulle braccia avrebbe riportato segni di ferite superficiali inferte con una lama; un inequivocabile tentativo di suicidio secondo gli investigatori. La 41enne, ancora sotto choc, non ha fornito alcuna versione dell’accaduto. Al momento, la stanza in cui è ricoverata è piantonata dagli agenti. Dopo aver ucciso la piccola, la donna ha inviato un messaggio al marito per informarlo di quanto accaduto. “Edith non c’è più”, reciterebbe il testo dell’sms. I due erano in fase di separazione e, stando a quanto si apprende da fonti a vario titolo, si contendevano l’affidamento della bimba.
Patrizia Coluzzi è madre di due gemelli nati da una relazione precedente. Al suo secondo matrimonio, non avrebbe retto il peso di un’altra separazione. Nell’ultimo post su Facebook, pubblicato ieri sera, poche ora prima del delitto, la donna si era rivolta al compagno: “Caro marito, vai a denunciarmi ancora per calunnia e diffamazione. Edith è la mia bambina”. Qualche minuto più tardi, Edith non c’era più.
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