“Ho fatto la fame, dal sogno di diventare calciatore sono diventato salumiere. Poi sono stato fortunato ad incontrare Vincenzo D’Agostino che mi ha trasmesso la passione della musica. Sono un ragazzo come tanti che lavora dalla mattina alla sera per la sua famiglia“, sono queste le parole di Giorgio Mascitelli.
Il manager di Toni Colombo e Tina Rispoli si è raccontata in occasione di una video – intervista pubblicata da Il Riformista. Mascitelli ci ha tenuto a precisare: “Non posso portare una croce solo perché papà ha commesso degli errori. Io sono incensurato, non è possibile che qualsiasi iniziativa organizzi o qualsiasi evento al quale partecipo sia bollato come ‘criminale’“.
Il caso è esploso dopo che Mascitelli è stato presente alla consegna dei fondi raccolti per Gianni Lanciato, il rider aggredito e rapinato a Napoli. L’iniziativa è stata bloccata dalla piattaforma GoFundme dopo che la Procura di Napoli ha avviato alcuni accertamenti.
Lanciato aveva rinunciato ai circa 10mila euro raccolti, per darne una parte alla fondazione gestita dagli ex calciatori Ciro Ferrara e Fabio Cannavaro e destinare il danaro restante in beneficenza (considerato che lo scooter gli è stato restituito). Mascitelli era li come amico del promotore Vincenzo Perrella.
Quest’ultimo ha spiegato: “Ho Avviato nella giornata di Domenica questa Raccolta Fondi istintivamente, senza conoscere se si trattava di un ragazzo di un Signore, ripeto è stato fatto tutto istintivamente! Nelle ore successive alla raccolta sono stato in seguito contattato da parenti del Sig.Gianni Lanciano che mi ringraziavano e mi chiedevano si sospendere la raccolta in quanto in poche ore era stato raggiunto l’obbiettivo di 5000€ inizialmente previsto!
La raccolta Fondi ha raggiunto un totale di 11000 € che al netto delle tariffe , sarebbero le commissioni della piattaforma raggiungono un totale di 10500€. Di questa somma però € 2439 sono ancora in fase di elaborazione!!!
Mi è stata chiesta tutta una serie di documentazione, Tessera, Patente, Passaporto, Codice Fiscale, documentazione bancaria, che ho provveduto ad inviare correttamente!!! Lunedì dopo essermi accordato con Gianni e con chi ne fa le veci, telefonicamente, siamo giunti alla conclusione che il 50% del ricavato sarebbe comunque stato donato a lui, che intanto aveva ritrovato il mezzo, ed in virtù’ di questo si decideva di elargire la restante somma di denaro a un ente benefico certificato, nello specifico la Fondazione Cannavaro e Ferrara!!!
A me personalmente che i fondi vadano per intero a Gianni, che la somma venga divisa in parti eque o che siano ridati i soldi indietro a tutte le persone che hanno donato, poco cambia!!! NON HO ALCUN INTERESSE!!! Per rispondere ai giornali e alle Tv!!!“.
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