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Bambino di 11 anni suicida a Napoli, l’allarme degli psicologi: “Social terreno di violenza”

Gli psicologi accendano un faro sul suicidio del bambino di 11 anni avvenuto a Napoli. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, l’ipotesi è che l’undicenne abbia partecipato a una challenge del terrore, un gioco che possa averlo spinto a commettere il folle gesto.

L’appello degli psicologi dopo il suicidio di un bambino di 11 anni a Napoli

Sulla vicenda è intervenuto il presidente del Consiglio Nazionale Ordini degli Psicologi, Davide Lazzari, che ha lanciato un allarme sui rischi che gli adolescenti possono incontrare in rete: “Il suicidio del bambino di Napoli, al di la’ delle circostanze specifiche da appurare, accende un faro sulle nuove forme di violenza ed abuso sui bambini e gli adolescenti, che vengono sfruttati in modo perverso dalle nuove tecnologie. Nessuno vuole criminalizzare la rete o i social, che offrono anche grandi opportunita’, ma e’ evidente che si prestino ad essere terreno fertile per grandi violazioni, dalle quali i minori sono spesso indifesi”.

Il rischio dei minori in rete

Lazzari per quanto riconosca i vantaggi che la rete offre, evidenzia che i minori sono indifesi dinanzi a questo strumento, per cui l’invito rivolto ai genitori è di fare attenzione e vigilare sulle loro attività: “Il mondo online porta in se’ una duplice anima: indispensabile strumento democraticamente alla portata di tutti ed anche possibile fonte di rischi di diverso tipo. Questo quindi lascia gli indifesi, perche’ in difficolta’ o perche’ minori, soli di fronte al mare magnum di tutto cio’ che in rete si puo’ trovare. Come camminando per strada possiamo incontrare persone e fare esperienze di diverso tipo e mai immagineremmo di lasciare bambini piccoli e meno piccoli da soli senza la nostra vigile attenzione cosi’ e’ imperativo immaginare come accompagnare i piu’ e meno piccoli nel cammino nella rete, benche’ virtuale. Viviamo in un mondo che mette l’infanzia davanti ad un numero enorme di sollecitazioni, che spesso non possono essere gestite sul piano emotivo creando scompensi e vulnerabilita’. E’ necessario che, al di la’ della performance, si punti alla costruzione di uno sviluppo armonico, che ha nell’affettivita’ una componente essenziale”.

“La nostra societa’ – conclude Lazzari – sembra aver smarrito gli ingredienti base che sono necessari per costruire una personalita’ equilibrata. E’ fondamentale che, al di la’ della retorica, si punti a fornire maggiori risorse psicologiche alle famiglie, alla scuola, alla comunita’, per favorire nuove consapevolezze e sviluppare nuove competenze di vita”.

redazione

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