È stato uno dei protagonisti indiscussi della feroce, violenta e sanguinaria guerra di camorra combattuta tra Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia. Dopo un lungo periodo trascorso presso il carcere di Opera a Milano, è tornato in libertà il boss Antonio Pignataro.
Come riportato da Il Mattino, i suoi termini di custodia erano scaduti da due anni. Così, il collegio del Tribunale di Nocera (in provincia di Salerno) ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dal suo avvocato Antonio Sarno.
Pignataro è stato prima un fedelissimo di ‘o Professore tra i ranghi della Nuova Camorra Organizzata (NCO) prima di passare tra le fila del sodalizio avversario. Il suo fortino, la sua egemonia sul quale esercitare il proprio controllo, era rappresentato dal territorio di Nocera Inferiore.
Pignataro è stato sottoposto all’obbligo di dimora proprio in questo comune. Per lui è scattato il divieto di uscire di casa dalle 10 di sera fino alle 8 del mattino. Al momento è imputato all’interno di un processo nel quale è accusato di associazione di stampo camorristico e scambio elettorale politico-mafioso.
Pignataro ha già collezionato diverse condanne. Quella più “famosa” è dovuta ad una tragedia che gli è costata una condanna a 30 anni di detenzione: la morte di Simonetta Lamberti, figlia 11enne del giudice Alfonso Lamberti. La bambina è morta il 29 maggio 1982.
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