Abbiamo la spazzatura in strada, paghiamo una tassa dei rifiuti tra le più alte d’Italia, l’indice della raccolta differenziata è fermo a poco più del 35%, ci siamo accollati i costi per spedire le ecoballe al Nord e tuttavia, ci prendiamo anche il lusso di dire “No” a nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti.
Questo è il contesto nel quale viviamo noi a Napoli, dove non vi è ancora un’emergenza rifiuti, ma una crisi c’è e sarà ancora più forte quando l’unico termovalorizzatore presente in regione (quello di Acerra) si fermerà per manutenzione. Nel frattempo, dopo l’arrivo a Napoli del ministro degli interni Matteo Salvini, è scoppiata una polemica tra chi è favorevole o contrario alla costruzione di nuovi inceneritori e termovalorizzatori (oltre che nuovi impianti per il compostaggio).
In realtà la polemica è nata dall’unione di due questioni tra loro diverse anche se collegate: i roghi tossici e la raccolta e smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, restando sulla seconda questione, non possiamo che descrivere quello che sta accadendo in altre realtà europee. Dunque, altri paese del continente guadagnano soldi a palate con lo smaltimento dei rifiuti, con un tasso di inquinamento pari a zero. Il tutto avviene non in stile Gomorra, cioè in modo illecito e sotterrando la spazzatura nei territori, ma in modo legale e innovativo.
Questi paesi guadagnano prima per farsi spedire la nostra spazzatura. Guadagnano dopo, nel momento in cui molti impianti riescono, nella fase di smaltimento, a convertire il tutto in energia pulita. Guadagnano durante trasformando questi impianti iper tecnologiche in strutture attrattive e di intrattenimento. Prendiamo il caso di Copenhagen capitale della Danimarca.
Come riportato da Impact Start – up Italia, qui c’è un inceneritore, posto su di una superficie pari a sette campi di calcio e progettato dallo studio di architettura Bjarke Ingels Group, che produce energia elettrica e acqua calda per riscaldare case e uffici. Nel dettaglio, fornisce elettricità a 62.500 abitazioni e acqua calda a 160.000. Dalla sua ciminiera esce solo vapore acqueo in quanto i filtri di ultima generazione garantiscono di trattenere tutti i possibili veleni e miasmi. I residui della combustione saranno riciclati per l’edilizia e l’agricoltura.
Ma la vera novità è un’altra, infatti, l’impianto di Amager Bakke è dotato di 3 piste da sci: quella nera sarà lunga 180 metri, 55 quella blu e 150 quella verde. Le piste hanno un grande tornante e una pendenza che arriva al 45%. Un lato della struttura è invece la parete per il climbing più alta del mondo, circa 90 metri. Ascensori e tappeti mobili permettono agli utenti di risalire. La struttura può accogliere fino a 200 sciatori e il biglietto costerà circa 9,50 all’ora.
Meno male che gli intelligenti e i furbi siamo noi mentre tutti gli altri sono stupidi e fessi.
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