Tradizioni

Altro che Juve, Cristiano Ronaldo ha scelto l’Italia e il regime fiscale favorevole

In una lunga intervista al quotidiano sportivo “Marca”, Javier Tebas, presidente de La Liga spagnola, spiega i reali motivi che hanno portato Cristiano Ronaldo a lasciare il Real Madrid e a scegliere la Juventus e, soprattutto, l’Italia dove esiste una tassazione più favorevole sui redditi prodotti all’estero.

“L’Italia è un paese più competitivo dal punto di vista fiscale, e Cristiano non rientrava più nella legge Beckham, per la quale ha pagato il 50% in relazione ai redditi prodotti fuori dalla Spagna. In Italia dovrà versare una tassa fissa di 100.000 euro. Se di 100 che ho, pago 50 in Spagna e 20 in Italia, dove vado?”, ha detto il presidente de LaLiga.

Parole che non faranno sicuramente piacere ai tifosi della Juventus, al settimo cielo dopo l’arrivo del fuoriclasse portoghese. Tebas fa riferimento alla norma secondo la quale coloro che trasferiscono la residenza fiscale in Italia possono beneficiare di una imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero. L’opzione, introdotta con la Legge di bilancio 2017 (Legge 232/2016), prevede il pagamento di un’imposta forfettaria di 100mila euro per ciascun periodo d’imposta per cui viene esercitata. Il provvedimento riguarda coloro che attualmente non sono residenti in Italia o gli italiani che non siano stati residenti in Italia da almeno nove anni sugli ultimi dieci, e può essere sfruttato per 15 anni. Inoltre, è applicabile anche ai familiari in possesso dei requisiti, a cui sarà applicata un’imposta sostitutiva da 25mila euro, ed è inoltre revocabile in qualunque momento senza il pagamento di alcuna penale.

Ronaldo così potrà avere a disposizione la possibilità di pagare solo una imposta sostitutiva di 100mila euro sui redditi di fonte estera prodotti dal suo popolarissimo brand, compresi anche gli investimenti immobiliari come per gli hotel a suo nome o immobili in genere.

“La Spagna è il paese dell’Unione Europea peggio trattato dal punto di vista fiscale”, ha detto infine riferendosi al calcio, ed è per questo che “alcuni giocatori se ne vanno. Non tanto perché possano essere perseguiti, ma perché l’aliquota fiscale effettiva qui è molto più alta che in Italia, Inghilterra o Germania. Questo fa sì che i grandi giocatori decidano di muoversi e minaccia la nostra industria e le nostre esportazioni”.

redazione

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