Scampia

Pasqua di stese, la camorra non si ferma: terrore a Forcella, San Giovanni e Ponticelli

Tre stese nel giro di 48 ore. La prima sabato a Forcella, le altre due tra San Giovanni a Teduccio e Ponticelli avvenute nella notte tra domenica e lunedì.

Nemmeno le festività pasquali fermano la guerra tra clan di camorra tra il centro di Napoli e la periferia orientale, dove negli ultimi mesi, nonostante le numerose operazioni di polizia e carabinieri, il fronte centro-est della città è caldo più che mai. Due le segnalazioni avvenute nella notte del lunedì in Albis.

La prima in via Sorrento a San Giovanni a Teduccio. Strada diventata ormai “celebre” per le stese di camorra. La più eclatante avvenne il 31 dicembre del 2017. Mancava poco alla mezzanotte e ignoti a bordo di scooter esplosero numerosi colpi d’arma da fuoco, due dei quali raggiunsero alle gambe un ragazzino di 11 anni, affacciato al balcone durante il cenone di Capodanno a casa degli zii. In quella strada risiede un pregiudicato di spicco. Si tratta di Sergio Grassia, fino a pochi mesi fa affiliato al clan capeggiato da Ciro Rinaldi, detto “My Way”, arrestato la scorsa settimana nell’ambito di un’operazione che ha fatto luce sul duplice omicidio di Raffaele Cepparulo, baby boss del “Barbudos” del Rione Sanità, e dell’innocente Ciro Colonna avvenuto nel giugno del 2016 nel Lotto 0 a Ponticelli.

Nella zona, nonostante gli arresti sia tra le fila dei Rinaldi che tra quelle dei Mazzarella (qui però ci sono tre latitanti sfuggiti al blitz della polizia. Si tratta del reggente Salvatore Fido e di altre due persone), le situazione resta incandescente.

Altra stesa, documentata dalla polizia che ha raccolto quattro bossoli, è avvenuta sempre nella notte tra domenica e lunedì in via Al Chiaro di Luna nella zona del Rione Conocal, ex fortino del clan D’Amico, a Ponticelli. Nel quartiere orientale di Napoli il controllo degli affari illeciti è gestito dai reduci del clan De Micco, indebolito lo scorso novembre dai numerosi arresti della polizia, e dal gruppo dei “Pazzignani” (Minichini, Schisa, De Luca Bossa), parte dei quali finiti in carcere nell’operazione che ha fatto luce sul duplice omicidio Cepparuolo-Colonna. Da non escludere infine un ritorno, silenzioso, dei D’Amico che potrebbero approfittare del vuoto di potere creatosi.

Ciro Cuozzo

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