Mamme e papà napoletani ma perché vestite così i vostri figli?

Ogni anno a Carnevale si scatenano la fantasia e l’entusiasmo delle famiglie napoletane. Ovviamente tutto è riconducibile alla gioia di festeggiare con i propri figli piccoli una festa che ha una tradizione antichissima. Così nel mese di febbraio iniziano a vedersi sfilate di bambini che affollano le strade della città indossando costumi bizzarri ed originali. L’ostentazione della creatività napoletana che rischia di sfociare nella volgarità.

Per questo motivo, una riflessione sui costumi che ormai si vedono in giro bisognerebbe farla. È vero che i gusti sono gusti e che come dicevano i latini “de gustibus non disputandum est“, ma le mise di molti bambini potrebbero essere oggettivamente discutibili. Bimbi vestiti nei modi più assurdi, costretti ad indossare abiti grotteschi e che spesso devono trasportare oggetti che completano il travestimento. Ragazzini che inconsapevolmente sfiorano il senso del ridicolo, vestendo i panni di personaggi che con la loro età non c’entrano nulla.

Alcuni esempi? Il meccanico, il fruttivendolo, il barista e il muratore che hanno con se gli utensili da lavoro, ho visto becchini con la bara, pizzaioli con il banco per fare le pizze, sposi, anziani suore, preti. Addirittura una forte polemica è scoppiata qualche giorno fa per un bambino che impersonava un malato con tanto di flebo al seguito. Inoltre, molte di queste foto, sono state scattate all’interno di un vero e proprio sevizio fotografico. Allora, mi chiedo, perché questa esaltazione anche per una festa semplice ed allegra come quella del Carnevale? Ma viviamo in un mondo libero ed ogni famiglia può fare ciò che vuole. Evidentemente esporre così i propri figli, estremizzandone gli aspetti buffi, è diventata una moda. Basta guardare che fenomeno mediatico sia diventato il bimbo Umberto detto “Umbertone“.

Credo, però, che negli ultimi anni la situazione sia un pò sfuggita di mano. Da qualche tempo sono comparsi bambini vestiti come i “divi” della tv, della musica, dello spettacolo e dei reality. Maria De Filippi e Maurizio Costanzo, Dolce & Gabbana, il palco di Striscia la notizia che riprende lo studio con la Hunziker e Greggio, quello del Grande Fratello con bambine che simulano un casting, Cristiano Malgioglio, Sangue Blu e Genny Savastano di Gomorra. Adesso nessuno ce l’ha con qualcuno, nessuno è contrario a chi vuole esaltare mestieri rispettabilissimi, nessuno vuole denigrare chi ama seguire determinate trasmissioni o serie tv. Qui nessuno vuole alzarsi su di un piedistallo e fare la morale. Ma credo che si sia dimenticato un aspetto semplice ed importante allo stesso tempo: stiamo parlando di bambini.

Alcuni di essi sono molto piccoli e dovrebbero impersonare personaggi adatti a loro. Dovrebbero rappresentare l’immaginario con il quale si confrontano, quindi ad esempio, quello dei cartoni animati e dei giocattoli. C’era un tempo, bellissimo, dove i costumi più utilizzati erano quelli delle fiabe di Walt Disney, oppure dei protagonisti di avventure indimenticabili e affascinanti come I tre moschettieri o Zorro. Solo per non andare ancora più indietro con la memoria e ricordare quelli che facevano a mano le nostre nonne sulle vere maschere, come Pulcinella e Arlecchino.

Ma si vede che oggi gli eroi, per molte famiglie e quindi anche per il loro figli, sono i personaggi di Gomorra o delle trasmissioni Mediaset. Però a questo punto, non indigniamoci più quando parliamo di degrado sociale e culturale, perché sarei pronto a fare una scommessa. Magari molti molti di questi genitori, e chiedo scusa per il pre-giudizio, guardino con i loro figli Il Grande fratello e Gomorra, mentre abbiano qualche difficoltà a guardare insieme ai loro bambini un cartone animato, a giocare insieme a loro o a leggergli una bella storia, la sera, prima che si addormentino.