La storia di Giuseppina Giugliano ha fatto emergere tantissimi racconti su condizioni di lavoro similari. Di fatto il dramma del lavoro del pendolare viene fuori in modo scottante, ma sempre senza risoluzione. Diversa, ma simile, la storia di Salvatore Sorrentino che al Messaggero Veneto ha raccontato la sua storia.
Ogni venerdì Salvatore va Pordenone. Ha un contratto da precario per cui lavora solo un giorno a settimana per sei ore e guadagna 200 euro, che investe questi soldi in trasporti. Ma come mai? Accumula punti per cercare di diventare di ruolo e quindi l’anno prossimo dovrebbe riuscirsi e la sua storia è dunque simile, ma diversa da quella di Giuseppina. “Parto da Napoli ogni venerdì sera per raggiungere Pordenone, dove lavoro dalle 8 alle 14 di sabato. Completato il mio orario di lavoro settimanale torno a casa. Generalmente arrivo all’alba di domenica. Andata e ritorno percorro 1.600 chilometri a bordo di bus, treni o aerei”.
Ha trovato quasi paradossale il racconto della collega e infatti ha ammesso che, pur facendolo una volta a settimana, capita che non riesce e quindi chiede ospitalità a un collega.
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