Gigi D’Alessio, in una recente intervista al Corriere della Sera, si è lasciato andare su diverse questioni, tra queste anche una su Mario Merola. Un racconto che non aveva mai fatto e che rende omaggio al suo mentore.
“Un personaggio unico, di grande carisma, eravamo come padre e figlio. Un pezzo di pane, l’uomo più buono al mondo, anche se nei film faceva il cattivo, il guappo, il carcerato, il mammasantissima. Girare a Napoli con lui era come passeggiare a New York con Sinatra. ‘Se scrivo una canzone per voi, gli proposi, la cantereste con me?. “Perché guagliò, tu saje pure cantà?’.
Il duetto, che infilai nel mio primo disco, si chiamava Cient’anne. Appena uscì, in tre ore a Napoli era diventato come Yesterday dei Beatles. E quando al mio debutto in concerto, nel 1993, al teatro Arcobaleno di Secondigliano, vidi i bagarini davanti all’ingresso, capii che era successo qualcosa di bello”.
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