Parla la moglie di Luigi Izzo, il barbiere ucciso a sei pugnalate alla schiena tra la notte del 5 e il 6 novembre a Castelvolturno da Alessandro Moniello, 52 anni. La donna racconta la sua vita, quel matrimonio e i 15 anni insieme a Luigi e i 3 figli avuti con lui.
“Neanche un animale si ammazza così. Chi ha ucciso Luigi ha agito con ferocia. Il processo? È un fatto tecnico, mio marito non tornerà. Spero, tuttavia, che si giunga presto a una condanna”, dice Federica Sautto, la moglie del barbiere di 38 anni assassinato, al Mattino. “Io quel ragazzo, Roberto (ovvero il figlio dell’assassino, n.d.r.) l’ho anche accarezzato, gli ho toccato la barbetta. Davanti al bar gli ho detto: è sabato sera, divertiti, non litigare”. Qualche ora dopo quel ragazzo era lì a mantenere suo marito mentre il padre lo accoltellava uccidendolo.
“Ogni sera, dopo il lavoro, Luigi chiudeva il salone e cenava con noi. Insieme, poi, siamo andati nella villa che avevamo comprato, lui aveva appena terminato di montare i giochi per i bambini in giardino. Mio padre gli fece notare che la pioggia li avrebbe rovinati, ma Luigi rispose: domani sarà una bella giornata. Quel domani non è mai arrivato. Quando siamo tornati a casa io sono andata a farmi la doccia, ma sentivo mio marito che parlava al telefono. Uscita dal bagno, mi comunica che un amico gli ha riferito che Orlando stava litigando con delle persone. Gli ho detto di non uscire, ma non ci fu nulla da fare: lo devo far ammazzare?, mi rispose. A quel punto uscì, ma dietro di lui c’eravamo io e mia madre”.
“Davanti al bar mio marito ha cercato di calmare gli animi, ma questo ragazzo, Roberto, che io non avevo mai visto prima, continuava a spingerlo con due dita facendolo indietreggiare. A un certo punto si è avvicinata mia madre, mentre io sono andata nel bar per parlare con la barista. Luigi ha imposto al fratello di salire in macchina e di tornare a casa, promettendo poi a Roberto di ricomprare gli occhiali da vista che Orlando gli aveva rotto.
Poi la tragedia: “Quando siamo tornati a casa una Fiat Punto verde ha sgommato bloccandosi davanti al cancello. Luigi deve aver visto che dentro c’erano Roberto e un’altra persona, armata, ed è fuggito. Credo sia fuggito seguendo l’istinto oppure ha pensato di proteggere me e i bambini”. Le ultime cose che la donna ricorda: “Le urla di mio marito che diceva cosa c’entro io? e Roberto che inveiva. Sono corsa fuori e ho visto mia madre che cercava di staccare i due uomini da mio marito. Quando sono andati via Luigi si è rialzato, si è appoggiato alle auto, erano tutte rigate di sangue la mattina dopo. Tre minuti dopo è morto davanti ai miei occhi. Tutto, l’amore e tre figli stupendi. Il secondo fa tante domande, gli somiglia. Parla del papà al passato, quando gli ho promesso di andare a prendere il panino al pub il sabato sera mi ha detto: Come faceva papà. Il primo fa fatica a parlare di lui, mentre il terzo è troppo piccolo per capire. A tutti e tre gli ho indicato una stella luminosissima in cielo: vedete, papà è lì sopra, su quella stella”.
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