Rosa Andolfi sarebbe potuta essere salvata. E’ questa la conclusione fatta dai due consulenti nominati dal giudice Fiammetta Lo Banco che di fatto rovescia quanto sostenuto dai periti degli inquirenti. La giovane madre di 29 anni perse la vita in seguito a un parto cesareo avvenuto a Villa Betania. Morì cinque ore dopo l’intervento e da quel momento la famiglia chiede che sia fatta chiarezza su quanto accaduto.
Il direttore sanitario all’epoca parlò di “due patologie congenite differenti e una patologia respiratoria cronica”. Patologie di cui, secondo i familiari, i medici erano a conoscenza. Le indagini effettuate poi dalla difesa scoprirono che la notte in cui la 29enne fu sottoposta al parto cesareo era di guardia un medico radiato dall’albo. Adesso queste nuove conclusioni, che sostengono come la giovane madre sarebbe potuta essere salvata, sosterebbero la tesi avallata fin da subito dalla famiglia di Rosa.
I legali della famiglia, Amedeo Di Pietro e Alessandro Milo, sono già pronti a presentare denuncia nei confronti dei consulenti in Procura.
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