La Corte Suprema di Cassazione, quinta sezione penale, ha annullato la condanna a 21 anni di reclusione inflitta a Fabio Furlan. Un colpo di scena sul processo dell’omicidio e occultamento di cadavere di Cristofer Oliva, il 19enne scomparso da Napoli il 17 novembre 2009.
A renderlo noto sono gli avvocati di Furlan Dario Vannetiello e Luigi Petrillo, uno del Foro di Napoli e l’altro di Avellino. La Cassazione ha rinviato a giudizio di fronte a un’altra sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli. Sono passati 13 anni da quando Furlan fu accusato di sequestro, omicidio e occultamento del cadavere dell’amico, mai più ritrovato.
Oggi è il secondo annullamento della sentenza che già lo scorso 24 giugno 2016 la prima sezione della Cassazione annullò. Adesso si dovrà procedere con il terzo giudizio di appello. Questo caso rientrerebbe, secondo l’accusa, nell’ambito di una vendetta tra amici legata alla vendita di droga.
Per la difesa: “A distanza di quasi tredici anni, – fanno sapere i due legali – della vittima non vi è alcuna traccia. Un delitto che ha portato nel corso del tempo ad emettere ben quattro sentenze di condanna da parte dei giudici di merito, la prima ad anni 30 di reclusione. Per ben due volte la Suprema Corte è intervenuta per stabilire che le motivazioni sottese alla affermazione della penale responsabilità espresse da vari giudici partenopei erano da censurare”.
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