“Si presume si sia trattato principalmente di liti che i due fratelli avevano per la gestione dell’eredità lasciata dal padre, per delle serre e delle coltivazioni, per l’acqua da utilizzare e per la quantità che occorreva per annaffiare il tutto. Testimoni hanno confermato che le liti andavano avanti da diversi mesi”, questo quanto dichiarato dal comandante dei Carabinieri di Agrigento, Vittorio Stingo sulla strage che ha avuto luogo questa mattina a Licata, dove un uomo ha ucciso il fratello, la moglie e i figli. Probabilmente domani verrà effettuata l’autopsia sui corpi. Poi le salme verranno riconsegnate ai familiari per i funerali.
Ed è soprattutto dei ragazzi di 11 e 15 anni, che si parla nel bar Sombrero, punto di ritrovo all’ingresso della città. Una comunità intera è sotto choc per quanto accaduto, per la brutalità con cui Angelo Tardino, 48 anni, ha sterminato un’intera famiglia: “Erano benestanti”, racconta un agricoltore fuori dal bar, venuto qui come molti, per trattare un affare: “Avevano delle serre – aggiunge, facendo intendere di essere un parente dei fratelli – e litigavano per questioni di terreni”, confermando di fatto quanto dichiarato dal comandante dei carabinieri.
Ma a parlare è anche l’insegnante di Alessia, che all’Adnkronos ha raccontato: “Alessia è, e dico è perché faccio fatica a pensare al passato, una ragazza seria, pulita, i cui occhi sorridevano. Dai suoi occhi traspariva il suo desiderio di apprendere e di vivere. Nonostante la giovane età, Alessia aveva preso in mano le sorti della sua vita- racconta commossa- Non aveva ancora deciso cosa fare da grande ma stava costruendo il suo futuro. Interagiva con noi, intervenendo spesso. Alessia manifestava il suo desiderio di apprendere – prosegue la docente di italiano – Una ragazza decisa, capace di imporsi. Aveva uno sguardo dolcissimo. Oggi, cercando di parlare con i suoi compagni ho saputo che la sua amica del cuore diceva che Alessia aveva detto che c’erano screzi tra il papà e lo zio – dice -Se fosse stato un problema reale ce lo avrebbe detto. I ragazzi si confidano con noi”.
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