Sembra passata una vita da quando Luigi Di Maio, allora Vicepremier e Ministro del lavoro, urlava ed esultava fuori ad un balcone di Palazzo Chigi. Insieme ai compagni del Movimento 5 Stelle urlava di aver, “abolito la povertà“.
Oggi, dopo un bel periodo trascorso nel cuore delle istituzioni e sedendo su una delle ‘Poltrone’ più importanti, il Ministro degli esteri ha cambiato idea e fatto un’ammissione.
Uno dei principali leader del Movimento 5 Stelle ha scritto nel libro scritto da Bruno Vespa che modificherebbe il reddito di cittadinanza. Di Maio non ne rinnega la paternità ed ha dichiarato che la riforma resterà.
Ma ha ‘confessato’ che il sussidio così com’è non funziona. In pratica si è allineato a Draghi, Calenda, Renzi e Berlusconi. Rispettivamente il Premier che i grillini stanno sostenendo e gli acerrimi ‘nemici’ politici di sempre.
“Sono il primo a pensare che non sia accettabile il rifiuto di una proposta di salario dignitosa da parte di un imprenditore. Se non stanno funzionando i Centri per l’impiego, bisogna consentire all’impresa di fare una notifica diretta. Con il miliardo e mezzo che non abbiamo speso per l’attivazione dei Centri per l’impiego. Costruiamo un rapporto diretto tra l’offerta e la domanda in modo da portare a casa compensi congrui e dignitosi“.
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