Brutte notizie, potenzialmente pericolose per la nostra salute. Se è vero che “siamo quello che mangiamo” c’è poco da stare sereni. A Qualiano infatti sono stati trovati 60 maiali allevati in pessime condizioni. I poveri animali prosperavano nella loro stessa lordura, si rotolavano tra escrementi e rifiuti.
Oltretutto gli animali erano ammassati in delle celle strettissime, non avevano libertà di movimento. A seguito di un blitz dei Carabinieri della stazione locale, i due imprenditori sono stati prontamente denunciati e l’attività è stata sottoposta a sequestro. La questione che potrebbe apparire come un caso isolato apre invece un dibattito necessario: in che condizioni vivono gli animali che poi, dopo essere stati “processati”, finiscono sulle nostre tavole? L’altra vicenda, invece, è di natura etica. La prima domanda che ci poniamo riguarda l’opportunità di continuare a mangiare carne. Fugato questo dubbio preliminare, è necessario interrogarsi sulle condizioni di vita di questi animali che nascono per placare i nostri appetiti e soffrono maledettamente nel breve tatto di esistenza che gli è concesso. Su quest’ultimo tema si può e si deve lavorare. Anche perché il rischio di avere sulle nostre tavole dei prodotti potenzialmente nocivi è altissimo.
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