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Bus finisce su un lido a Capri, la testimonianza di una bagnante: “Paralizzata con mio figlio in braccio”

C’è tanto sgomento e incredulità a Capri per il terribile incidente avvenuto nella mattinata di giovedì, quando un bus è uscito di strada, precipitando nel vuoto e finendo su un lido di Marina Grande. A perdere la vita il giovane conducente di 33 anni, colto probabilmente da un infarto, Emanuele Melillo. Ventitré le persone rimaste ferite.

Incidente bus a Capri, muore autista di 33 anni

I bagnanti che si trovavano nel lido sul quale è piombato il bus sono ancora sotto choc. Molti sono scappati in acqua, credevano stesse crollando un palazzo. Una giovane madre ha voluto raccontare la sua esperienza sui social, spiegando come all’inizio nessuno avesse compreso cosa stesse accadendo. Sentiva solo persone gridare “scappate, scappate”. Era con suo figlio, l’ha preso per mano, ma soltanto dopo una manciata di secondi ha deciso di lanciarsi in acqua, temendo in una frana.

Il racconto di una testimone che ha assistito all’incidente

“Ieri mattina ero a Capri, presso il Lido sul quale è precipitato quell’autobus; forse in tanti anni di vita non ho mai avuto così tanta paura e non ho mai avuto un incontro così ravvicinato con la morte… eravamo sotto la seconda tettoia del lido, quella a ridosso della spiaggia, quando ho sentito solo persone che urlavano “scappate, scappate!”; non sapendo e non riuscendo a vedere cosa stesse accadendo al di là della tettoia, ho preso il bambino ma sono rimasta per pochi secondi paralizzata, perché non sapevo dove scappare, perché non sapevo cosa temere, se il crollo della tettoia e, quindi, scappare verso il mare o se temere una frana e, quindi, non avere scampo ovunque andassi!”, inizia così il suo lungo racconto.

Si ritiene una miracolata, perché mentre era a mare è volato sulla testa sua e del bambino il portellone dell’autobus: “Istintivamente, poi, ho corso verso il mare, ed è in quel momento che ho sentito un boato, urla indistinte e mi è volato sulla testa, oltrepassandola, fortunatamente, il portellone dell’autobus precipitato; a quel punto ero terrorizzata, non sapevo se fosse l’inizio della fine e la cosa che mi ha stupito, è che non pensi a nulla in questi momenti, nulla e secondo me non ti insegnano proprio niente, se non per poco tempo, giusto per il tempo di sentirti fortunato per esserne uscito vivo e illeso, ma dopo un po’ vai avanti e continui ad essere nervoso, scocciato, stressato e tormentato dagli stessi piccoli e spesso inutili pensieri e paure… per questo certi eventi non hanno motivo di esistere, soprattutto perché è morto un ragazzo di belle speranze e ho visto persone ferite, disperate e terrorizzate… ma che ca**o di senso ha tutto questo?!?”, si conclude così lo sfogo di questa giovane madre.

Fabiana Coppola

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