Flash mob nel salotto di Chiaia questo sabato mattina. Continua la protesta ‘silente’ dei commercianti che chiedono di riaprire in sicurezza, estenuati dalla chiusura prolungata delle loro attività. Sono principalmente donne, titolari di diversi negozi, quelle che si sono unite in una lunga catena umana da via Filangieri fino a via dei Mille, legata da tante mutande.
Oggetto simbolico poiché i negozi di intimo, infatti, rientrano nelle attività che possono essere aperte al pubblico. Una discriminazione a detta delle altre attività merceologiche che non avrebbe ragion d’essere. “Perché in un negozio di intimo si è sicuri e in uno di vestiti no?”, domanda Roberta Bacarelli, organizzatrice del flash mob. La manifestazione di questo sabato mattina si unisce alla protesta avviata una settimana fa dalle attività commerciali di Chiaia, che hanno deciso di restare con le saracinesche alzate e le luci accese. In tanti poi avevano già esposto nelle loro vetrine delle mutande, sempre per sottolineare che non dovrebbero esserci differenze tra un negozio di biancheria intima e uno di altro genere.
Le commercianti di Chiaia hanno indosso un cartello con diversi appelli: “Non riusciamo più a pagare le utente“, “Lo Stato si è dimenticato di noi“, “Fateci aprire“. Una manifestazione che mira a farsi ascoltare dalle istituzioni affinché prevedano la riapertura di tutti i negozi, in sicurezza, senza alcuna distinzione.
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