La notizia è stata pubblicata oggi dai media e poi confermata in diretta Facebook dal protagonista: Vincenzo De Luca. Il Governatore della Regione Campania ha confermato che attraverso la Soresa è stato definito un contratto con un fondo russo affinché si possano comprare le dosi di vaccino Sputnik.
“Riteniamo che questo contratto per il vaccino Sputnik possa aprire una strada per l’Italia. Se le cose andranno bene può essere un esperimento al servizio del Paese”, ha dichiarato De Luca, durante la consuetudinaria diretta social del venerdì
“Dopo settimane di confronto e di trattative è stato perfezionato l’accordo. – ha affermato il Governatore – Nell’ambito del Piano regionale di immunizzazione entro l’autunno del 2021 di tutta la popolazione interessata, la possibilità di disporre di altri vaccini aggiuntivi a quelli distribuiti dal Commissario nazionale, consentirà una più certa e tempestiva programmazione e somministrazione del vaccino. Il contratto firmato prevede l’immediata esecutività dopo l’approvazione dell’Ema o dell’Aifa. E’ indispensabile, a questo punto, che le Agenzie di controllo si diano tempi rapidi di verifica e di decisione, adeguati alla gravità della pandemia. Ringrazio l’Ambasciata Italiana a Mosca per il supporto fornito”.
Per questo De Luca ha chiesto alle agenzie del farmaco di, “chiudere la partita entro un mese in modo da poter contare su una quantità di vaccini importante. Sollecitiamo il governo e l’Aifa a muoversi perché sono tempi di guerra e non di ordinaria amministrazione”.
Non si è fatta attendere la replica del Premier Mario Draghi che quasi in contemporanea ha tenuto una conferenza stampa insieme al Ministro della Salute Roberto Speranza: “Non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre, quattro mesi. Non si prevede che il vaccino sia disponibile prima della seconda parte dell’anno. Starei attento con questi contratti: c’è in gioco la vita della gente”.
Ha continuato il Presidente del Consiglio: “Ieri la presidente della commissione ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla commissione parlando col fondo d’investimento russo, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. È vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno. C’è in gioco la salute, la vita e la morte, bisogna cercare il coordinamento europeo e se non si vede la soluzione bisogna cercare altre strade”.
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