Ad oggi, secondo i dati comunicati dal Governo, sono poco più di sette milioni i vaccini totali (prime e seconde dosi) somministrati in Italia. Di questi, sono davvero pochi quelli che hanno causato effetti collaterali sospetti. Da qualche giorno è partita una campagna mediatica che sta rappresentando un freno rispetto a quella di vaccinazione.
È giusto che le famiglie colpite da un lutto che potrebbe essere stato causato dalla somministrazione del vaccino (indipendentemente dalla casa farmaceutica che lo ha prodotto), pretendano ad alta voce verità e giustizia.
Ma è altrettanto necessario che le istituzioni siano chiare e coraggiose. Fino a prova contraria non è accettabile mettere in discussione un processo sanitario che potrebbe liberarci dal coronavirus e le sue varianti. Oggi si sta soltanto alimentando lo scetticismo di chi deve vaccinarsi e le ansie di chi si è già vaccinato.
Sono stati visti titoli di giornali davvero ridicoli che hanno associato tragedie al vaccino. E anche vero che in sole 72 ore abbiamo assistito: all’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) che ha prima escluso qualsiasi problematica in merito ai vaccini per poi bloccare quello prodotto da AstazeNeca. Al suo Direttore generale, Nicola Magrini, che ha detto a chi ha già avuto la prima dose di stare tranquilli. Al Presidente dell’Aifa, Giorgio Palu che ha raccomandato alle donne che assumono anticoncezionali di evitare di vaccinarsi. Al Ministro Roberto Speranza che ha affermato di avere fiducia nella campagna di vaccinazione, di non temere nulla ma che l’Italia ha stoppato AstraZeneca a causa dei dati provenienti dalla Germania.
È un dato di fatto che l’Aifa ha sospeso la somministrazione di AstraZeneca perché anche altri stati lo avevano già fatto. E allora i milioni di inglesi vaccinati e senza alcun effetto collaterale hanno un vaccino o un organismo migliori dei nostri? È inevitabile pensare ad una grande confusione sia comunicativa che operativa. Difetti che le istituzioni nazionali e soprattutto europee non possono permettersi in tempi di pandemia e crisi economico – sociale.
È troppo chiedere loro chiarezza e coraggio? È troppo chiedere unità? In questa fase ci stiamo giocando tutto, non solo in termini sanitari ed economici. Ci stiamo giocando la credibilità delle istituzioni e soprattutto quella del progetto di coesione europea. A proposito, nei paesi dove la campagna di vaccinazione sta andando a gonfie vele sono state già riaperte molte delle attività economiche e di aggregazione sociale: in questo senso il vaccino è sinonimo di libertà e ripresa.
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