Ha ucciso il figlio disabile di 10 anni facendogli ingoiare una spugna. La donna, 40 anni, soffriva di depressione ed esaurimento nervoso, aggravato dalle restrizioni del Covid e dall’impossibilità di far seguire al figlio le terapie.
Olga Freeman ha tolto la vita al figlio nella camera da letto nella loro casa di Acton, a ovest di Londra. Il bambino è stato rinvenuto sdraiato sulla schiena coperto da un piumone con alcuni pezzi di spugna in gola e accanto a lui erano stati posti dei giocattoli. Dalle analisi svolte è emerso che il piccolo era morto soffocato infatti la donna di origini russe ha ammesso di avergli dato prima le medicine e di aver messo poi una spugna in gola lasciando che morisse.
Pare che la 40enne fosse esasperata dalla disabilità del bambino perché le terapie che seguiva erano state sospese a causa del coronavirus. La donna dopo il delitto aveva pianificato una fuga, come riporta il Mirror, ma è stata fermata alla stazione dalla polizia. La Freeman, moglie di un famoso fotografo inglese che il giorno del delitto era fuori per un lavoro in Spagna, soffriva da tempo di disturbi mentali e depressione. La sua condizione mentale è stata turbata dal lockdown.
Dylan era affetto da autismo, ritardo del neurosviluppo globale, miopia progressiva e significative difficoltà con il linguaggio e la comunicazione, l’autoaiuto e l’indipendenza. Aveva bisogno di assistenza continua e frequentava una scuola speciale cinque giorni alla settimana, chiusa per Covid.
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