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Riapre il bar bruciato dalla camorra, Eduardo Di Napoli: “Non abbandonatemi”

Pagare vuol dire abbassare la testa. E se lo fai devi essere pronto ad abbandonare i tuoi sogni“, l’ha detto con convinzione Eduardo Di Napoli giovane imprenditore del quartiere Sanità. Era il 2015 quando insieme a papà Mariano e ai suoi fratelli inaugurò lo Shabby Chic Cafè in via Vergini.

Due anni dopo, nell’agosto del 2017, la camorra ha voluto punire chi si era ribellato. Eduardo e la sua famiglia si rifiutarono di pagare il pizzo. Ancora oggi per la criminalità organizzata racket ed estorsioni rappresentano due attività illecite molto remunerative.

Per questo il bar fu incendiato e distrutto. Ma Eduardo non si è perso d’animo e supportato dai suoi familiari ha denunciato gli estorsori, facendo nomi e cognomi: i malviventi sono stati arrestati e sono ad oggi detenuti. Eppure per il giovane imprenditore le difficoltà erano appena cominciate.

Per molte persone è come se fossimo marchiati a vita. C’è chi ci evita, chi non viene più al bar manco per prendere un caffè. Per fortuna c’è anche la Napoli per bene, quella solidale e generosa“, ci ha raccontato Eduardo, che poi ha continuato: “Dopo un primo periodo di forte sostegno anche l’appoggio delle istituzioni è venuto un pò a mancare. Sembra quasi che l’essermi esposto sia stato più un difetto che un pregio“.

Eduardo se potesse tornare indietro ha le idee molto chiare su cosa farebbe: “Non cambierei nulla, anzi consiglio a chi è stato ed è vittima del racket di denunciare e reagire“. Proprio come ha fatto il giovane imprenditore che quest’anno ha rinnovato e riaperto il bar che ora si chiama Caffè Di Napoli.

Ci sono stati momenti dove ho pensato di mollare tutto e andare via. – ha affermato Eduardo Ma poi mi sono chiesto, ‘e cosa fai?’. Così grazie al supporto della mia famiglia ho deciso di restare, reagire e provare a tenere vivo il sogno di gestire una mia attività”. Il giovane, che ha una compagna ed un bimbo, è tenace e sicuro di sè: “Credo in Napoli, credo in noi e nel nostro sogno ma bisogna essere uniti. Solo così possiamo concretizzarlo“.

Intervista a Eduardo Di Napoli

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redazione

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