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A Napoli arriva il ‘tampone sospeso’ per chi non ha soldi per le analisi Covid

Che i napoletani fossero un popolo generoso, creativo e solidale lo sapevamo già, tanto che, durante la pandemia da coronavirus, il cuore d’oro dei partenopei si è manifestato in svariate occasioni. Dal “caffè sospeso“, l’iniziativa che permette di pagare un caffè a uno sconosciuto, al “panaro solidale“, per offrire beni di necessità a chi versava in difficoltà economica durante i mesi di lockdown, si è giunti al “tampone sospeso”, che consente di regalare un test a coloro che non possono permetterselo.

A Napoli arriva il ‘tampone sospeso’ per chi non ha soldi

L’iniziativa, a cura della Fondazione San Gennaro e dell’associazione Sanità Diritti in Salute, prende il via nel cuore pulsante della città, il Rione Sanità, e,  precisamente, nella chiesa di San Severo.

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Il “tampone sospeso” permette, a chiunque lo voglia, di pagare un tampone a prezzi assai sociali a chi non può permetterselo, per consentire a tutti di non vedersi negato il diritto alla salute. Il prezzo è meno di quanto costi attualmente nei centri di analisi privati, una cifra che si aggira intorno ai 18 euro, per far sì che in questi tempi di emergenza sanitaria non venga negato il diritto alla salute.

L’iniziativa

Insomma, si tratta di un progetto a favore degli ultimi, gli anziani, i poveri, i senza fissa dimora, affinché la sanità sia davvero accessibile a tutti e non diventi un privilegio per pochi.
Si parte martedì 17 novembre con i test ed un Infopoint al servizio dei cittadini, che sarà allestito già da sabato 14 novembre all’interno del chiostro della Basilica di Santa Maria alla Sanità.

Promotori dell’iniziativa, vari rappresentanti della multiforme e vivace realtà partenopea: l’avv. Angelo Melone, presidente dell’associazione “SANITA’ Diritti in salute”, i vicepresidenti dell’associazione nelle persone della giovane imprenditrice Giada Filippetti Della Rocca e del biologo Salvatore Sommella, don Antonio Loffredo parroco del Rione Sanità, Ivo Poggiani, Presidente della III Municipalità comune di Napoli e i responsabili medici dell’iniziativa: il dott. Stefano Viglione, il dott. Mario Russo ed il dott. Armando Monfregola.

La tradizione del caffè sospeso a Napoli

La tradizione del “caffè sospeso” è nata nel Diciannovesimo secolo ma solo durante il Dopoguerra è diventata d’uso comune in città. In un periodo di crisi economico-sociale, dovuta alla distruzione che aveva portato il conflitto armato, chi poteva, si recava al bar e ordinava due caffè. L’avventore ne beveva uno e ne lasciava un altro in “sospeso” per un prossimo cliente che non poteva permetterselo.

Negli anni recenti sono nate numerose iniziative solidali che hanno preso spunto da questa antica tradizione. Durante questo periodo di caos e tristezza per i contagi e le morti che attanagliano Napoli e l’intero Paese, il capoluogo campano regala un generoso atto di solidarietà per chi non può permettersi di effettuare un tampone per il Covid. Il diritto alla Salute e alle cure dovrebbe essere un principio basilare di ogni società, non solo per i cittadini partenopei ma per ogni essere umano.

Cristina Siciliano

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