Il terremoto che ha scosso la Caserma dei Carabinieri di Piacenza è noto ormai a tutti. Alcuni carabinieri, sono stati accusati di spaccio di droga, pestaggi, estorsioni e anche torture in caserma a Levante di Piacenza. A capo del gruppo è stato identificato Giuseppe Montella, detto ‘Peppe’, 37 anni, napoletano. Il carabiniere è stato descritto come uomo che “non mostra paura di nulla ed è dotato di un carattere particolarmente incline a prendere parte ad azioni pericolose e violente”.
Per sua mamma Giuseppina, invece, come racconta La Stampa, il carabiniere è “un bravo ragazzo. E tirano fuori Gomorra perché veniamo da Napoli. Se Peppe era di Piacenza non lo dicevano che era Gomorra”.
Per l’accusa l’appuntato Montella, grazie al suo giro di traffici, era riuscito ad accumulare tanto denaro da comprare una villa da 270 mila euro alle porte di Piacenza, dove nel periodo della quarantena, riuniva parenti e amici. E di comprare, dal 2008 ad oggi, 16 moto di grossa cilindrata e 11 macchine di lusso, tra cui Bmw, Mercedes, una Porsche Cayenne, e da febbraio scorso anche un’Audi pagata appena 10mila euro. Il tutto attraverso minacce e violenza.
Nelle carte dell’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore di Piacenza Grazia Pradella, sono riportate le telefonate tra colleghi, che sono state intercettate e hanno permesso d costruire un quadro più chiaro di come operava il gruppo. L’indagine ha portato, per la prima volta in Italia, al sequestro della caserma. Da giovedì, infatti, a Piacenza i carabinieri si sono trasferiti nell’unità mobile dalla quale proseguono le loro attività.
Mamma Giuseppina però non crede a queste accuse e dfende il figlio dicendo: “Non ci credo a tutte quelle storie che ho sentito in televisione”. E aggiunge: “Se faceva veramente del male, deve pagare, ma io non ci credo. Un bravo ragazzo, si stava pure laureando in Giurisprudenza…“.
E sul denaro che il figlio possedeva e le foto scandalo fatte sventolando banconote, la signora Giuseppina ricorda: “Mi ha detto che li aveva vinti al Superenalotto con gli amici, non erano in caserma…”.
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