La voce è segnata dal dolore ma il tono è forte e dignitoso. Quello spirito di chi ha subito una grave perdita ma non si è mai arreso per avere giustizia. Al telefono Marta Della Corte ci ha raccontato gli umori della sua famiglia dopo la sentenza di ieri della Cassazione.
I giudici della Suprema Corte hanno stabilito che il processo di Secondo grado è da rifare. Nel giro di 60-90 giorni saranno depositate le motivazioni. Pare che la decisione dei giudici ci sia stata per un ‘difetto motivazionale‘ della Corte d’Appello.
Il caso in questione è quello di Francesco Della Corte, il vigilante ucciso il 18 marzo 2018 presso la stazione della metro di Scampia. La vittima fu pestata da tre minorenni che volevano rubargli la pistola di ordinanza. Ieri la doccia fredda per la famiglia Della Corte.
“Siamo tutti delusi e spiazzati – ha dichiarato Marta Della Corte a VocediNapoli.it – Non ci aspettavamo una decisione del genere. Eravamo fiduciosi che il procedimento si sarebbe chiuso ieri. Così finalmente papà avrebbe riposato in pace. Invece è come se fosse stato ucciso due volte“.
Le sensazioni sono state quelle di due anni fa, “un morso allo stomaco, abbiamo rivissuto quei tristi momenti di quando avevamo capito che papà non ce l’avrebbe fatta – ha detto Marta Della Corte -. Essendo un procedimento contro minori non possiamo neanche costituirci parte civile“.
Non è la prima volta che che la famiglia Della Corte è stata colpita da qualche ‘fulmine a ciel sereno’. I permessi premio al baby killer (settembre del 2019) e il caso delle foto inviate dal carcere (lo scorso mese di maggio). Senza entrare nel merito degli aspetti tecnici e giuridici e nel dettato costituzionale che stabilisce la necessità di ‘rieducare il condannato‘, Marta Della Corte ha affermato che:
“Ci sono sicuramente dei contesti sociali difficili dove lo Stato deve intervenire per offrire alternative ai ragazzi che hanno della devianza l’unico scopo di vita. Ma è altrettanto vero che vi è un forte senso di impunità. I procedimenti nei confronti dei minori sono molto morbidi. E questo loro lo sanno, addirittura molti agiscono in un certo modo perché si sentono tutelati dalla legge. Di sicuro, in questo senso, il sistema giuridico andrebbe riformato e attualizzato“.
Ora la famiglia Della Corte attenderà le motivazioni dei giudici della Cassazione. Poi, entro la fine dell’anno e per l’inizio del prossimo, dovrebbe esserci la nuova udienza. I parenti di Francesco Della Corte hanno contro anche i tempi lunghi dei processi. Ma la fame di giustizia e la voglia di combattere per essa sono intatte, anzi sono più forti di prima.
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