Era la sera dell’ultimo dell’anno. Quel maledetto 31 dicembre 2007. A Torre Annunziata, località vesuviana in provincia di Napoli, Giuseppe Veropalumbo teneva in braccio la sua bambina quando all’improvviso fu ferito a morte da un colpo d’arma da fuoco.
Per l’omicidio sono indagati tre affiliati legati al clan Gionta, all’epoca adolescenti, oggi detenuti. Quello che è sempre sembrata una morte occasionale dovuta ad una squallida bravata di qualche ragazzino, ha assunto la forma di un vero e proprio agguato.
Secondo quanto riportato da Il Mattino, infatti, l’indagine è stata riaperta grazie alle dichiarazioni di un pentito. Lui si chiama Michele Palumbo, ex killer del clan Gionta ed oggi collaboratore di giustizia: “Il papà di uno dei tre era stato arrestato per colpa di una telecamera che Veropalumbo aveva fatto installare sul tetto del palazzo“.
Questa la sua dichiarazione che ha permesso agli inquirenti di ottenere altri sei mesi per proseguire le indagini. Già tempo fa sono stati eseguiti alcuni rilievi con strumentazioni di alto profilo tecnologico. Nei prossimi giorni saranno ascoltati dei testimoni. La battaglia di Carmela Sermino, vedova di Giuseppe, non è ancora finita. La sete di giustizia e verità è ancora troppo forte.
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