Tradizioni

La crisi del Napoli secondo il Professor De Maio: “Giocatori senza motivazioni. Fondamentale lo spirito di gruppo”

Una stagione data già per finita a dicembre. È questo l’incubo dei tifosi azzurri. Il ciclo del Napoli di Carlo Ancelotti si è infranto sul muro della disfatta. Almeno in campionato. Perché se in Champions League la squadra partenopea è sembrata diversa e più agguerrita, in campionato Insigne & Co., sono lontani anni luce dalla vetta e dall’Europa che conta.

VocediNapoli.it ha chiesto al Professor Luigi De Maio, tra i più prestigiosi psicologi e psichiatri d’Italia, quali potrebbero essere state le cause che hanno provocato il blackout in casa Napoli. “Di sicuro molti dei calciatori – ha dichiarato De Maio – non hanno più le motivazioni necessarie per dare tutto in campo“.

Per De Maio il problema potrebbe essere riscontrato nella, “fragilità propria delle personalità di certi giocatori. Alcuni di essi si sono sentiti abbandonati e trascurati. Non hanno trovato punti di riferimento forti, né all’interno dello spogliatoio, né all’interno della società“.

Ed è così che è venuta fuori quello che potrebbe essere identificato come l’effetto di tutta questa situazione: l’ansia da prestazione. “C’è timore di perdere – ha detto De Maiodi fare la giocata sbagliata. I calciatori non osano, non rischiano la giocata e spesso tirano indietro la gamba. Non è facile per loro sentirsi nell’occhio del ciclone e al centro dell’attenzione di media e tifosi“.

E allora, quale potrebbe essere la soluzione? “Anni fa – ha affermato De Maio ne saranno passati più o meno 27, 28, fui chiamato dal Presidente Corrado Ferlaino. Era uno dei periodi bui del Napoli che rischiava la Serie B. Quello che feci dall’inizio fu parlare singolarmente con ogni giocatore per capirne i problemi. Bisognerebbe fare lo stesso anche oggi e far sentire gli atleti non giudicati ma supportati. Solo così sarà possibile ritrovare l’unità e l’intesa dentro lo spogliatoio“.

De Maio non lo ha detto ma sono dunque evidenti le colpe di società e allenatore (Carlo Ancelottindr) nella cattiva gestione di questo brutto momento che il Napoli sta attraversando. “Rispetto al passato non è cambiato nulla – ha concluso De Maioi giocatori sono per la maggior parte sempre gli stessi. Quindi si è rotto qualcosa nell’ingranaggio. Quello che manca è una figura che faccia da collante tra società e giocatori. Uno specialista della psicologia. E questo ruolo non può essere svolto soltanto dall’allenatore. Quest’ultimo o fa il tecnico o lo psichiatra. Ancelotti ha dovuto cedere perché si è sentito prevaricato. E in un gruppo basta una sola mela marcia per rovinare l’intero albero“.

redazione

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