Napoli, dall’anarchia allo “squadrismo” è un attimo

Gli esempi pratici sono due, uno relativo al servizio di trasporto pubblico e un altro al piano traffico per le Universiadi. Una mattina come le altre, Piazza Vittoria. Alla fermata del bus arriva, finalmente, un pullman. Ad ogni porta schierato, in modo agguerrito, un controllore ciascuno accompagnato dalla polizia locale.

L’ingresso al mezzo, giustamente, è stato riservato solo alle persone munite di biglietto o abbonamento. A bordo, invece, è sceso giusto qualche altro portoghese che aveva provato a resistere ai controlli fatti a bordo.

Ovviamente a Napoli qualsiasi accenno di controllo volto a far rispettare la legalità è visto male dalla maggior parte del “popolo”. Ecco, dunque, che i primi “ribelli” hanno iniziato ad alzare la voce scatenando una prevedibile lite con il personale di sicurezza che era a bordo.

Secondo caso, in questi giorni in città ha avuto inizio il piano traffico per le Universiadi. Intere strade, anche principali, chiuse al traffico e – udite udite – decine di vigili farmi ad ogni incrocio pronti a guidare il traffico.

Immagino i tanti napoletani imbrigliati nel traffico a combattere il caldo e gli eterni cantieri. Giustamente avranno osservato con forte stupore le buche asfaltate e questo massiccio spiegamento di agenti.

Ebbene cosa ci insegnano i due episodi? Che è impossibile da un giorno all’altro pretendere che una cittadinanza si adatti a nuove abitudini. Quando ogni giorno vivi sapendo che sei libero di fare ciò che vuoi, in questo caso di prendere un bus (quando passa) senza biglietto, trovarti di fronte un’intera squadra di controllori ed agenti fa un certo effetto.

La cosa assurda che si trattava di un’azione molto semplice: prendere un pullman. Quando, invece, ogni giorno guidi tra una miriade di buche e all’interno di un caos che magicamente diventa ordine – ed è orfano dei suoi “gestori” ovvero i vigili – non puoi che restare a bocca aperta nel percorrere strade messe a nuovo, incrociando agenti municipali ad ogni angolo.

C’è poco da fare, Napoli non brilla affatto in organizzazione e pianificazione. Le cose si improvvisano. E come sempre a pagarne le conseguenze sono i cittadini.

redazione

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