Torna in primo piano la vicenda dell’occupazione di suolo pubblico nella zona di Piazza Vittoria a opera dell’attività Baròq, che vede tra i suoi promotori il fratello del sindaco di Napoli, Claudio De Magistris. La lentezza generale delle autorizzazioni per far si che esercizi commerciali come bar, ristoranti e chalet prendano in concessione tratti di strada pubblica, come il marciapiede antistante la chiesa di Santa Maria della Vittoria, ha genearto una vera e propria polemica che riguarda la presunta velocizzazione delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni solo nel caso dell’attività Baròq, grazie alla presenza di De Magistris junior.
Questa velocizzazione sarebbe giustificata grazie al progetto “Adotta una strada“, che avrebbe rilasciato l’autorizzazione per occupazione di suolo pubblico lo scorso novembre, prevedendo anche un’allargamento del marciapiede per non sacrificare nè il suolo pubblico nè l’antica chiesa antistante. La procedura però non è chiara a molte altre attività commerciali in quella zona, come Marinella, che aspettano da mesi l’avvio delle autorizzazioni. In molti credono che la presenza del fratello del sindaco abbia avuto un ruolo determinante nella velocità con cui l’autorizzazione è stata prodotta (precisando anche che Luigi De Magistris non ha voluto esprimersi a causa di un eventuale conflitto di interesse).
“Le parole di Marinella sull’argomento mi sembrano quanto meno poco eleganti. Anche io non voglio fare polemica, come dice lui, ma resto veramente incredulo delle insinuazioni. Ribadisco per l’ennesima volta che il progetto di cui tanto si parla non è di Claudio de Magistris, che non è neanche formalmente tra i proponenti, ma è un progetto di tanti cittadini, partito tre anni fa quando Baròq era ancora chiuso. Progetto voluto dalla soprintendenza che riguarda una chiesa, una pizzeria, due attività commerciali, due banche e un ampio tratto di piazza Vittoria“, dichiara Claudio De Magistris in un’intervista a Repubblica, “senza la mia presenza non ci sarebbero state queste polemiche. Anzi, si sarebbe detto il contrario: di fronte al degrado di una piazza devono intervenire i privati per fare fronte comune, un po’ come sostiene Marinella per il suo singolo caso. Si sarebbe detto questo. Accusare qualcuno, fare passare me per un privilegiato, al fine di chiedere esplicitamente qualcosa di personale non mi sembra nel suo stile“. Il fratello del sindaco è profondamente amareggiato dalla polemica creata dall’antica butique Marinella e rassicura sul fatto che per Baròq non ci sia stata una “strada preferenziale” solo per la sua presenza tra i fondatori.
Alla precisazione sul perchè il progetto di recupero marciapiede da parte di Marinella sia stato bloccato, Dema Junior chiarisce: “Questo non sta a me dirlo, spero che qualcuno risponda. Forse progetti di questo tipo hanno valutazioni diverse perché riguardano assi di scorrimento automobilistico veloce. In ogni caso, riguardo al suo marciapiede, se dovesse presentare un progetto non vedo perché dovrebbe essere bloccato. Sarei anche contento di sottoscrivere questo o altri suoi progetti per la città. Collaboriamo“.
Addirittura, Claudio De Magistris dichiara che essere fratello del sindaco sarebbe uno svantaggio se si vuole fare l’impreditore “altro che agevolazioni e valutazioni lampo, basta leggere le carte per chi ha l’onestà di esprimersi su fatti concreti. Sono convinto che proprio perché Marinella non ha un fratello sindaco riuscirà a non aspettare procedure e lungaggini burocratiche“. La sua amarezza nei confronti di questa polemica sarebbe tale che il fratello del sindaco sta pensando di lasciare la collaborazione imprenditoriale con Baròq, infatti, si dichiara pentito di aver preso parte all’iniziativa perchè la sua presenza a quanto pare sta minacciando l’attività culturale e gastronomica dell’imprenditore socio Vincenzo Porcini. “Che il tutto si riduca a una strumentalizzazione politica, come tutto ciò che mi riguarda, sta diventando stancante. Nonostante continui a leggerlo, scopro di non essere un privilegiato e questo lo sanno tutti, ma nessuno lo dice“.
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