La favola di Badar, primo carabiniere musulmano: è cresciuto in Campania e tifa Napoli

“Ho voluto essere carabiniere sin da quando ero bambino”: sono le parole di Badar Eddine Mennani, 23enne di nazionalità marocchina, che sabato 22 giugno insieme ad altri 396 ragazzi ha giurato fedeltà alla Repubblica Italiana durante la cerimonia svoltasi a Torino nella caserma Cernaia. Per la celebrazione tutta la famiglia si è recata nel capoluogo piemontese da Chiuduno (Bergamo): papà, mamma, le due sorelle e il fratellino.

Quella di Badar, tifosissimo del Napoli, è una storia di integrazione e impegno: nato a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), si è diplomato come tecnico della comunicazione; quando però suo padre ha perso il lavoro, l’intera famiglia si è trasferita a Chiuduno, nel bergamasco. Per entrare nell’arma dei Carabinieri si è arruolato volontario nell’esercito e in seguito ha frequentato la scuola per carabinieri, a Torino.

Badar, come gli altri membri della sua famiglia, è musulmano praticante, ma la fede non è stata un ostacolo per lui: “Ho fatto il Ramadan, andavo a pregare alla moschea di Torino, i comandanti sono stati disponibili rispetto alle mie esigenze e hanno spesso chiesto, per capire” ha spiegato il 23enne. “I miei colleghi erano stupiti perché, nonostante il digiuno, riuscivo a studiare per gli esami. Ho trasmesso la forza anche a loro”.

D’altronde la sua religione, così come la sua conoscenza della lingua araba, lo rendono un importante anello di congiunzione tra l’Italia e coloro che provengono dagli altri paesi mediterranei, e lo dimostra il fatto che il 16 settembre 2017 Badar si sia imbattuto in una situazione che poteva scatenare il panico: “Alla stazione di Trastevere un uomo urlò ‘Allah Akbar’, la conoscenza dell’arabo è stata utile per comunicare con lui”. L’uomo non aveva documenti e, fortunatamente, nessun esplosivo. Grazie al suo intervento tempestivo il ragazzo ha ricevuto un encomio. “Mi sento un esempio importante anche per i miei coetanei di origini simili alle mie che sono allo sbaraglio – ha spiegato Badar – c’è comunque ancora bisogno di integrazione, non sempre mia sorella con il velo viene presa bene”.

Il desiderio di essere carabiniere però Badar l’ha avuto sin da piccolo: “La realtà in cui vivevo, a Caserta, non era tranquilla. Vedevo i carabinieri in azione tutti i giorni e pensavo che sarei diventato uno di loro”. Ora finalmente ha realizzato il suo obiettivo, ma non intende fermarsi qui. “Voglio diventare maresciallo, entrare in un nucleo investigativo. E, sì, l’arabo può essere utile”.

 

Elisabetta Fasanaro

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