AGGIORNAMENTO 19.45: E’ rientrata nel giro di un paio di ore la protesta di un gruppo di detenuti nel carcere napoletano di Poggioreale. Il detenuto con febbre alta e problemi di salute è stato trasferito all’ospedale Cardarelli di Napoli.
Nel carcere sono intervenuti anche il magistrato Nunzio Fragliasso e il garante per i diritti dei detenuti Samuele Ciambriello. Sulla vicenda, in una nota, il Ministero della Giustizia ha spiegato che “il gruppo di 220 facinorosi aveva preso possesso nel primo pomeriggio del padiglione Salerno dell’istituto (destinato ai reati comuni, ndr), sfogando la propria rabbia sulle strutture del reparto detentivo e sui suppellettili. Immediatamente il Prap campano ha mobilitato squadre di agenti di Polizia Penitenziaria da altri istituti del territorio che hanno affiancato gli agenti in servizio a Poggioreale, contribuendo a riportare la calma e a ripristinare la normalità”
“Ingenti i danni arrecati al padiglione, ma fortunatamente nessun ferito fra personale e detenuti. Sul posto, oltre al Comandante del reparto di Polizia Penitenziaria dell’istituto, sono subito accorsi il magistrato della Procura della Repubblica di Napoli Nunzio Fragliasso e il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, il quale, proprio nei giorni scorsi, aveva disposto uno sfollamento di 90 reclusi. In breve saranno invece trasferiti, ai sensi della circolare del Capo DAP dell’ottobre scorso, i detenuti violenti autori della protesta”.
LA RIVOLTA DEL POMERIGGIO
Detenuto da giorni con febbre altra, scoppia la sommossa. Altissima tensione nel carcere Poggioreale di Napoli dove è attualmente in atto una violenta rivolta da parte della quasi totalità dei detenuti ristretti nel Padiglione Salerno (circa 300 detenuti). Una situazione incandescente, con una Sezione detentiva distrutta dai rivoltosi.
Alla base della protesta, ci sarebbero le condizioni di salute di un detenuto di 26 anni, da giorni con febbre alta. La circostanza è confermata anche da Pietro Ioia, uno degli attivisti più caparbi nella lotta per i diritti dei detenuti: “Rientro anticipato dal mare perché una famiglia disperata per il suo parente (De Luca Luciano di 26 anni) del padiglione Salerno, secondo piano, è da diversi giorni con una febbre altissima e non sta ricevendo le cure adeguate, io ho avvisato chi di dovere, sperando solo che non succeda un altro caso Claudio Volpe nel mostro di cemento”.
“La situazione è molto grave”, denuncia Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE). “Ci arrivano da Poggioreale segnali allarmanti di una crescente tensione, con i detenuti che dopo aver sfasciato interamente parte del Padiglione Salerno stanno continuando da ore a minacciare gli Agenti di Polizia Penitenziaria in servizio nelle sezioni detentive con i piedi di legno dei tavoli e manici di scope. Sembra che stessero protestando per sollecitare il ricovero di un detenuto con la febbre. La situazione è molto critica e sul posto si attende l’arrivo di personale di Polizia Penitenziaria di rinforzo, in arrivo da Secondigliano e da altre carceri. E’ sul posto anche il PM di turno. Mi sembra evidente che c’è necessità di interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’Amministrazione della Giustizia minorile, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere a Poggioreale tutelando gli Agenti di Polizia Penitenziaria che vi prestano servizio. Ed è grave che non siano stati raccolti, nel corso del tempo, i segnali lanciati dal SAPPE sui costanti e continui focolai di tensione del carcere napoletano”.
Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece giudica la condotta dei detenuti ancora in rivolta “irresponsabile e gravissima. Le carceri, dunque, sono ad alta tensione anche in Campania, specie a Poggioreale dove i detenuti presenti cono quasi 2.400: ma lo sono per gli Agenti di Polizia Penitenziaria, sempre più al centro di gravi eventi critici come quelli di Poggioreale”. “Forse il pretesto della violenta protesta dei detenuti è tra i più futili, ossia l’incapacità di convivere – seppur tra le sbarre – con persone diverse. O forse le ragioni sono da ricercare in screzi di vita penitenziaria, in sgarbi avvenuti fuori dal carcere o, ancora, il tempestivo mancato ricovero di un detenuto con febbre. Fatto sta che si è scatenata una pericolosa protesta che ha coinvolto ancora una volta i poliziotti penitenziari, a cui il SAPPE rivolge espressioni di vicinanza e solidarietà”.
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