Ucciso per le estorsioni, presi killer e mandanti dell’omicidio di Francesco Balestrieri – I NOMI

Ucciso perché dopo la sua scarcerazione aveva iniziato a chiedere il pizzo in autonomia, non rispettando l’egemonia del clan Pesce-Marfella sul territorio di Pianura, quartiere della periferia occidentale di Napoli. Risolto a distanza di cinque anni l’omicidio di Francesco Balestrieri, ammazzato a colpi d’arma da fuoco mentre si trovava in sella a uno scooter lungo via Pallucci. Era il 10 aprile 2014. In azione, stando alla ricostruzione dei collaboratori di giustizia (l’ex boss Pasquale Pesce e il ras dello spaccio Raffaele Dello Iacolo), il commando giovane della cosca sgominata negli ultimi anni da numerosi arresti e da pentiti eccellenti.

In mattinata gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia, hanno proceduto all’arresto di Salvatore Marfella, Giuseppe Foglia, Emanuele Bracale, Antonio Campagna e Lorenzo Carillo, tutti già detenuti e già coinvolti in altri omicidi.

In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che Pesce Pasquale ed Salvatore Marfella, quali reggenti del clan decretarono l’omicidio del Balestrieri, 44 anni, poiché gli era addebitato di commettere estorsioni in autonomia nel territorio controllato dall’organizzazione camorristica fondata dal capostipite Giuseppe Marfella (detenuto dalla fine degli anni Novanta), in modo da conclamare la supremazia di tale sodalizio camorristico, con l’ennesima dimostrazione di forza militare e di ferocia.

In tale complesso probatorio, il giudice della cautela prendeva in esame anche i ruoli degli altri compartecipi quali Raffaele Dello Iacolo (alias “Toc toc”), occupatosi, su precisa disposizione di Salvatore Marfella di consegnare a Giuseppe Foglia ed Emanuele Bracale le armi utilizzate per commettere l’omicidio.  Agguato che avvenne in mattinata lungo via Pallucci. Il commando si trovava a bordo di un’auto condotta da Antonio Campagna quando speronò lo scooter sul quale viaggiava Balestrieri. Poi Foglia e Bracale scesero dalla vettura esplodendo sette colpi di pistola calibro nove. Il 44enne morì poco dopo l’arrivo in ospedale.

Dopo l’omicidio, Lorenzo Carillo si occupò, su diretta disposizione del boss Pasquale Pesce, del “recupero”dei killer Foglia e Bracale e conducendoli in località esterna al quartiere di Pianura, in tal modo allontanandoli dal luogo teatro dell’omicidio appena commesso.

Omicidio Balestrieri: in alto da sinistra Lorenzo Carillo e Giuseppe Foglia. In basso da sinistra Emanuele Bracale e Salvatore Marfella
Ciro Cuozzo

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