Tramway passing s shaper railroad track in Paris La Defense district
Brutta avventura per una famiglia napoletana in vacanza a Parigi. Un bambino di 9 anni che stava salendo con i propri cari su un tram, si è trovato da solo sul mezzo pubblico poiché un incaricato della sicurezza ha “di peso” bloccato la salita del padre sul tram stesso. Appena l’uomo è stato bloccato sulla banchina, infatti, le porte del mezzo si sono chiuse e il tram ha iniziato la sua corsa verso la fermata successiva.
IL RACCONTO – A raccontarlo a VocediNapoli.it è il papà, Alessandro, che ancora non si capacita di quanto accaduto pochi giorni fa nella capitale francese: “Dopo una breve vacanza a Parigi stavo salendo con mio figlio Luca di soli 9 anni su un tram per raggiungere l’aeroporto e fare rientro a Napoli. Luca, che mi precedeva a poco meno di un metro, è salito a bordo col suo bagaglio. Ma mentre io stavo facendo la stessa cosa le porte si sono chiuse improvvisamente e mi hanno bloccato le spalle facendomi rimanere incastrato. Una volta che il conducente le ha riaperte mi sono però inspiegabilmente sentito tirare da dietro e mi sono ritrovato sulla banchina. Mi sono voltato per vedere chi e perché mi impediva di salire sul mezzo ma in quei pochissimi attimi il tram ha richiuso le porte e iniziato la sua corsa”.
Alessandro, alto quasi 2 metri ed ex pallanotista non ci ha visto più: “Girandomi ho visto che a bloccarmi era stato un uomo che indossava un’uniforme della sicurezza, e visto che il tram si allontanava ho avuto una reazione aggressiva nei suoi confronti sbattendolo contro la pensilina. In pochi attimi si sono materializzate due voltanti di suoi colleghi che mi hanno bloccato. A quel punto ho cercato di calmarmi e spiegare che mio figlio di soli 9 anni stava da solo sul tram e che mi potevano anche portare in caserma ma prima dovevamo recuperarlo”.
Il bambino, che non parla francese, una volta resosi conto di stare da solo sul tram ha deciso di scendere alla fermata seguente. Alessandro prosegue il racconto “Luca è stato molto coraggioso, e ha deciso di scendere alla fermata successiva, si è seduto e ha iniziato a piangere per richiamare l’attenzione. Subito alcuni agenti della sicurezza gli si sono messi intorno e hanno provato a calmarlo e a parlargli, ma non riuscivano a comunicare”.
A sbloccare la situazione è stato il bambino “Luca, che per fortuna conosce a memoria il mio numero di telefono, l’ha dato alla polizia e mentre io ero nella colluttazione ho sentito squillare ed ho visto un numero francese. Erano gli altri agenti che mi hanno detto di averlo preso in custodia. A quel punto i colleghi mi hanno fatto salire su una volante e abbiamo raggiunto mio figlio. E’ stato un momento molto emozionante nonostante fossero passati pochissimi minuti”.
IL CHIARIMENTO – Ma la storia non finisce qui. Infatti una volta riunita la famiglia gli agenti sono andati alla centrale di controllo per parlare con la responsabile poiché l’addetto alla sicurezza aveva intenzione di denunciare Alessandro per aggressione. “Una volta giunti alla centrale dei mezzi di trasporto mi hanno portato in una stanza per parlare con una responsabile. Appena ho visto centinaia di monitor con telecamere puntate su tutte le fermate ho iniziato a ridere nervosamente – prosegue Alessandro –. La direttrice mi ha chiesto come mai stessi ghignando e io a quel punto ho detto ‘Se rivediamo quanto è successo non sarà il suo agente che sporgerà denuncia nei miei confronti ma io contro di lui per aver messo in pericolo un bambino di 9 anni’”.
IL LIETO FINE – Così la signora si è fatta spiegare velocemente l’accaduto e ha ordinato immediatamente i rilascio dell’uomo per non fargli perdere l’aereo. Alessandro però ha trovato una morale in tutta la vicenda: “Dopo questa esperienza credo che mio figlio, di soli 9 anni, abbia compiuto un bello scatto di crescita e sia più maturo di prima”.
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