Dalla libertà lampo alla condanna definitiva: settimana beffa per il boss Nicola Rullo

Libero per 24 ore “grazie” al macchinoso sistema giudiziario italiano, il boss Nicola Rullo, 49 anni, è stato condannato a 10 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il verdetto della Cassazione è arrivato venerdì 26 aprile, una settimana dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini di uno degli elementi apicali del clan Contini, libero di tornare nel suo “Buvero”, il Borgo Sant’Antonio Abate, per poi ritrovarsi nuovamente in cella nel giro di 24 ore grazie a una “pezza” messa a segno dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che si è vista accogliere dal Gip un decreto di fermo per traffico di droga.

La sentenza, così come riporta Anteprima24.it, emessa dalla Seconda sezione della Suprema Corte rende definitiva la condanna a dieci anni di reclusione, che ‘o nfamone sconterà nel carcere di Secondigliano. Un processo controverso quello chiuso dalla Cassazione. Assolto in primo grado, Rullo era sparito dai radar delle forze dell’ordine dopo la condanna a 10 anni arrivata in Appello. Ricercato per un mese e mezzo, venne scovato a fine ottobre 2017 in un casolare di Itri, nel basso Lazio.

Poi dopo un anno e mezzo di carcere, il ritorno in libertà la scorsa settimana per decorrenza dei termini: in 18 mesi infatti non era stato fissato il processo in Cassazione e il Riesame ha accolto il ricorso presentato dai legati Domenico Dello Iacono, Saverio Senese e Salvatore Pane. Una scarcerazione avvenuta la settimana di Pasqua, durata però giusto 24 ore. A rovinare i piani di ‘o Nfamone ci ha pensato la DDA che ha tirato in ballo una vecchia storia di droga per riportare Rullo in carcere ed evitare una nuova latitanza.