Flavio Massimo, lo scaldapubblico di Sanremo è napoletano: “L’Ariston come il San Paolo”

Flavio Massimo ha 31 anni e si definisce ‘orgogliosamente napoletano’. Nato e cresciuto a Pianura, nella periferia di Napoli, oggi vive tra la città natale e Roma, terra di televisione e di cinema. Flavio lavora per la Rai come scaldapubblico, un mestiere che non sono in tanti a conoscere, ma che riserva molte soddisfazioni. E’ stato uno degli animatori del festival di Sanremo negli ultimi due anni, con il compito di tenere “caldo” il pubblico.

“Lo scaldapubblico – spiega il 31enne in un’intervista al giornale svizzero LaRegione – è colui che tiene vivo il pubblico nei momenti particolari della trasmissione, come il rientro dalla pubblicità o anche durante lo spettacolo facendolo cantare, ballare, cercando di farlo sentire a casa e di partecipare, perché il pubblico ha un ruolo indispensabile nell’evento televisivo, detta i tempi, gli applausi, le risate”.

Flavio è divertente e coinvolgente: durante la pubblicità del festival di Sanremo è riuscito bene a tener vivo l’entusiasmo della platea. “Raga non sento le voci, ricordatevi che siamo in uno stadio, siamo in uno stadio!” ha ripetuto più volte al pubblico dell’Ariston. E a un suo gesto il Teatro è diventato davvero come lo stadio San Paolo, con migliaia di mani alzate al cielo.

Ma come ha fatto Flavio ad arrivare fino a qui? “Il mestiere l’ho imparato nei villaggi turistici –spiega -. Da lì ho cominciato a partecipare alle trasmissioni televisive come figurante, intrattenitore, cantante e ho anche avuto piccoli ruoli come attore. La passione era tanta e mi sono impegnato arrivando fino a qui. Spero di continuare ad alzare l’asticella”.

Essere uno scaldapubblico però non è sempre facile perché “bisogna avere voglia di divertirsi e soprattutto tanta passione per questo lavoro. Non è semplice – ammette Flavio – stare sempre a contatto con il pubblico. È importante anche riuscire a tenere i problemi personali fuori dal lavoro e sorridere. Ma questo vale in generale, la vita è come una fotografia: se sorridi viene meglio”.