Si rifugiava in un’intercapedine ricavata dietro la parete di una camera da letto di un appartamento di Scampia, periferia a nord di Napoli. E’ finita dopo cinque mesi la latitanza di Giuseppe Musella, 47 anni compiuti il 24 gennaio scorso, figlio di Maria Licciardi, una delle “madrine” – secondo il racconto di diversi collaboratori di giustizia – dell’Alleanza di Secondigliano, tornata in libertà anni fa.
A scovarlo questa mattina all’alba gli agenti della squadra mobile di Napoli e di Caserta nell’ambito al termine di indagini complesse partite dopo l’ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli. Musella, detto anche “Pino ‘o niro” è ritenuto responsabile di associazione per delinquere, rapina e sequestro di persona. Deve scontare 3 anni e 7 mesi di reclusione.
E’ uno dei figli nato dal primo matrimonio di Maria Licciardi, sorella del boss Gennaro ‘a Scigna (stroncato nel ’94 da un’ernia ombelicale in carcere), di Pietro, detto Pierino ‘o fantasma, e di Vincenzo, padrini del clan della Masseria Cardone e fautori dell’Alleanza di Secondigliano con le famiglie Contini e Mallardo.
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