Prima il dietrofront sul quel “cesso” di stadio San Paolo e sulla storia del Napoli, poi le dichiarazioni sulla prossima sessione di mercato a gennaio che sarà avara di emozioni. Aurelio De Laurentiis negli ultimi giorni è tornato prepotentemente alla ribalta con i suoi pregi (la gestione imprenditoriale della SSC Napoli) e i suoi difetti (soprattutto in ambito comunicativo).
“Non intendo costruire uno stadio nuovo da altre parti. Il San Paolo fa parte di un passato che non voglio dimenticare, è stato il teatro di Maradona, l’unico momento importante della storia del Napoli”. La fine del bluff è tutta in queste parole. Dopo anni di proclami, annunci, minacce all’amministrazione comunale presieduta da Luigi de Magistris, ADL nei giorni scorsi ha annunciato di ripartire dal San Paolo perché altrove non ci sono le condizioni per costruire un nuovo stadio.
Ha provato ad avvalorare e rafforzare la sua “nuova” decisione spiegando che oggi “i centri commerciali non vanno più (perché ora c’è Amazon) al pari dei cinema (ci sono le serie su internet). Non saprei come alimentare uno stadio sette giorni su sette. Potremmo fare il karaoke”. Dichiarazioni tanto giuste quanto elementari, banali, che provano a nascondere una verità che ormai è palese ai più: De Laurentiis non ha mai avuto l’intenzione di costruire un nuovo stadio altrove, lontano da Fuorigrotta. Mai. Vuoi per ragioni economiche (pretendeva il San Paolo gratis, o quasi, dal Comune), vuoi per ragioni ambientali (rischio inflitrazioni della malavita nei lavori, minacce, racket). Insomma le sue parole erano solo un modo per mettere pressione a un’amministrazione comunale già alle prese con i problemi cronici della città, da affrontare senza soldi e in regime di predissesto finanziario sia per responsabilità pregresse che attuali.
In questo il De Laurentiis comunicatore ha lasciato decisamente a desiderare. Per anni ha gettato fango sul San Paolo, ribattezzato un “cesso”, sulla storia del Napoli (“che cazzo avete vinto? Due scudetti e una Coppa Italia? Ringraziatemi anziché criticare”), per poi cambiare idea pochi giorni fa e annunciare Urbi et Orbi che, probabilmente a malincuore, ripartirà dallo stadio San Paolo dove ha già chiesto alla Regione Campania dell’amico De Luca di spendere 15 milioni per cambiare i seggiolini e rifare i bagni. Così come ha chiesto di registrare e fissare “migliaia e migliaia di bulloni” che rendono l’impianto di Fuorigrotta “traballante”.
Atteggiamenti, offese e dietrofront che, meglio precisarlo, non possono e non devono offuscare quanto di buono ha fatto, sta facendo e farà alla guida del Napoli. In quest’ottica non sembrano sorprenderci le dichiarazioni rilasciate in giornate alla stampa e anticipate da Radio Marte. “A gennaio non compreremo nessuno, ma a giugno faremo un acquisto di nome” ha promesso il patron azzurro che alla domanda sul tormentone Cavani ha così replicato: “Se si scoccia di Parigi e decide di guadagnare di meno lo accoglieremo a braccia aperte”.
Difficile aspettarsi un grande nome già da gennaio, anche perché Carlo Ancelotti (l’ennesima scelta vincente del De Laurentiis imprenditore) sta sfruttando appieno tutta la rosa e tra qualche settimana recupererà anche Ghoulam e Meret.
Novità in arrivo – infine – anche per i maxi schermi da installare al San Paolo. Un discorso che va avanti da troppi anni e che De Laurentiis proverà a sbloccare nelle prossime settimane: “Domani ci sarà un sopralluogo della Samsung per l’installazione di maxi-schermi all’avanguardia”.
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