Qualcuno lo fermi. C’è una sola persona all’interno della SSC Napoli che possa impedire al presidente Aurelio De Laurentiis di non fare passi falsi e autogol così clamorosi? Possibile che nessuno di coloro che fanno parte del club faccia ragionare il patron azzurro prima che quest’ultimo rilasci dichiarazioni?
È vero che i vertici della società sono composti da parenti e fedelissimi. Ma proprio perché si tratta di figure a lui così vicine, è necessario che glielo dicano. “Aurelio stai esagerando. Stai usando parole forti. Fare queste affermazioni dandole in pasto ai media è una cosa deleteria. Per te e soprattutto per il Napoli“.
Semplice…no? Poche parole dette con sincerità, che ci vuole? Eppure pare che il delirio di onnipotenza di De Laurentiis sia inarrestabile. Era da tanto tempo che il presidente del Napoli non era così vulcanico nel suo rapporto con i media. L’unica differenza è che quest’anno tale esplosività si sta manifestando con un alto livello di cattivo gusto.
De Laurentiis ne ha avute per tutti: da Maurizio Sarri ai giornalisti, fino ai tifosi. Una cosa che ha stupito poco, conoscendo il carattere di Adl, ma che a me ha lasciato molto perplesso. Perché si può anche ridere e scherzare o essere pungenti e taglienti, ma bisogna saperlo fare con stile, soprattutto quando si ricopre un certo ruolo. Soprattutto quando si è sovra esposti dal punto di vista mediatico.
ADL VS I TIFOSI – Partendo proprio dai tifosi, voglio ricordare i vari episodi che più hanno caratterizzato questa “fiera della cafoneria“. La prima “vittima” è stata un tifoso che aveva “osato” chiedere a De Laurentiis del mercato e della completezza della rosa. La domanda è stata fatta durante l’incontro tra il patron, Lorenzo Insigne e Carlo Ancelotti in occasione di un incontro con i supporter azzurri a Dimaro. In quel caso Adl ha addirittura dedicato le conclusioni dell’evento per rispondere in modo indispettito al tifoso, bollandolo come provinciale e giudicando il suo intervento fuori luogo (quando invece era pertinente ma di sicuro “fastidioso” per il presidente). Poi le ultime boutade, “Sono io il vostro top player“, “Se dovessi fare quello che dicono i tifosi il Napoli sarebbe già fallito” e per concludere, “Vi meritereste i cinesi“, “Volete vincere? Allora tifate Juventus“.
ADL VS SARRI – Il rapporto tra il presidente e l’ex allenatore del Napoli era deteriorato da tempo. Fin dalla stagione precedente, quando a metà campionato, De Laurentiis avrebbe voluto rinnovare il contratto a Sarri, mentre quest’ultimo ha continuato a prendere tempo tentato dalle sirene inglesi della Premier League, ritenendo concluso il suo ciclo azzurro. Ad oggi, sappiamo tutti come è andata a finire, Adl ha ingaggiato Carlo Ancelotti come nuovo tecnico e Sarri è diventato l’head coach del Chelsea. Senza entrare nel merito delle questioni, professionali e personali che hanno rotto l’idillio tra il presidente e il suo ex allenatore, perché De Laurentiis deve continuare ad offendere e mettere alla gogna un uomo che ha portato la sua squadra ad un passo dallo scudetto? Certo, senza dubbio Sarri era diventato una figura ingombrante per il patron. Troppo amato dai tifosi, il “Comandante” con la tuta e i modi burberi, aveva oscurato la luce di De Laurentiis. Ma ora è inutile, soffermarsi sui torti e sulle ragioni dell’uno o dell’altro (il “non mercato” e i “non investimenti” da parte della società, la “non gestione” della rosa e la “rinuncia” alle coppe da parte del tecnico), ma il dato di fatto è che mediaticamente Adl ha compiuto l’ennesima caduta di stile.
ADL VS I GIORNALISTI – Questo è un capitolo interessante perché riguarda il rapporto che c’è tra la SSC Napoli e i media. Questi ultimi tra carta stampata, tv e siti internet sono davvero tanti. Difficile, dunque, gestire una relazione normale con ognuno di essi da parte di un club poco strutturato nelle sue figure dirigenziali. Così, negli anni, l’atteggiamento di totale chiusura della gestione De Laurentiis nei confronti dei giornali, ha creato una sorta di “white & black list“, dove oltre ai soliti noti (i quotidiani e le testate più importanti) si sono ritagliati un certo spazio le voci banalmente definite “amiche” o filo societarie (per essere un pò più “cattivi”). Del resto basta guardare l’ultima conferenza, quella della presentazione di Ancelotti, per capire il livello e la qualità della stampa nostrana. E così sono state create due categorie di media, una d'”elite“, l’altra di “seconda classe“. Tra le due c’è però un abisso condito dal marasma delle informazioni che si intrecciano tra loro, confondendo l’opinione pubblica che non è più in grado di riconoscere una fake news dalla verità. Eppure questa situazione ad Adl non è bastata. Così sui canali social del club, qualche giorno fa, è stata pubblicata una messa all’indice di alcuni giornali colpevoli di aver pubblicato ed esaltato una falsa notizia. Cose da pazzi! Ora, che la comunicazione del Napoli come società, sia da sempre scadente e deficitaria è risaputo, ma ad avermi colpito è stata la reazione delle vittime: i giornalisti. Improvvisamente tutti scandalizzati, meravigliati e indignati dal comportamento della SSC Napoli. Strano, evidentemente avevano dimenticato che una settimana prima, proprio in occasione della conferenza stampa durante la quale è stato presentato Ancelotti, il presidente De Laurentiis aveva concluso l’evento con avvertimenti e minacce velate nei confronti dei colleghi. Quella volta nessuno aveva detto nulla, soprattutto i presenti, forse timorosi di perdere qualche accredito in futuro.
Insomma, De Laurentiis non vuole smetterla ne vuole abbassare i toni. Sta conducendo le sue “guerre” contro coloro che lui reputa dei “nemici” in casa. Come un animale che necessita costantemente di marcare il proprio territorio. Non si sta rendendo conto che lui sta rappresentando una società come il Napoli, associata ad una città intera che vive e muore per la maglia azzurra. Adl non è consapevole del fatto che sta oscurando il bel clima di Dimaro, dove i tifosi stanno abbracciando di affetto un signore come Ancelotti che ha preso per mano una squadra che Sarri ha lasciato al top (e siamo sempre in attesa di un ultimo colpo di mercato). Il presidente azzurro, evidentemente, sta soffrendo più che mai di manie di protagonismo. Forse, ha fretta di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Sarebbe opportuno che qualcuno lo calmi, magari può farlo Carletto. Ecco il patron avrebbe bisogno di un pò di quell’aria serafica che rende tanto simpatico e piacevole il nuovo allenatore del Napoli. E sarebbe anche il tempo che qualche altro collega giornalista iniziasse a scriverle queste cose. Altrimenti protestare solo perché nominati in un tweet scorretto, suscitando tanta e giustificata solidarietà, rappresenta soltanto una reazione inutile e ipocrita.
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