Sarri come Agassi, si è adeguato allo stile british

Molti, su social e giornali, stanno criticando l’ex allenatore del Napoli Maurizio Sarri per come si è vestito alla conferenza stampa di presentazione al Chelsea. Secondo alcuni aver scelto un abito blu con la cravatta vuol dire aver rinnegato la “rivoluzione” di cui il Comandante si fa portatore, secondo altri è il potere dei soldi. Ma soprattutto è la “coerenza” che, col cambio di outfit, sarebbe venuta a mancare. C’è chi addirittura, come la collega Monica Scozzafava, sulle pagine del Corriere.it  parla di “provincialismo” perché il tecnico in questo modo è diventato, in 24 ore, “sir Maurizio”.

Chi non ci sta a questo gioco della coerenza è la pagina “Sarrismo gioia e rivoluzione” che ha postato una foto in giacca e cravatta dell’allenatore insieme al presidente Aurelio De Laurentiis alla cena di fine anno, e citato una frase dello stesso tecnico di Figline: “Io metto la tuta perché faccio un lavoro da campo, mi sembra ridicolo andare sul campo col vestito da matrimonio. Poi se devo rappresentare la società metto la divisa sociale, in campo no” accompagnata dalla frase dei gestori della pagina “Lui continua a essere coerente, altri continuano a non capirci un c…”. Una pubblicazione che ha fatto boom di like, commenti e condivisioni.

Noi vogliamo paragonare Sarri ad un tennista, uno dei più grandi di tutti i tempi: Andre Agassi. Nei primi anni della sua carriera il giocatore di Las Vegas si presentava, sui campi di tutto il mondo, con magliette sgargianti e pantaloncini che sembravano jeans stracciati. Ma a Wimbledon no. Wimbledon è il tempio del tennis, il torneo più prestigioso del mondo, il più ambito. Agassi, come tutti gli altri tennisti, ha sempre rispettato appieno il dress code del torneo londinese e vestito completamente di bianco, lasciando i suoi abiti più “aggressivi” nel guardaroba di casa. Sarri, quindi, si è semplicemente adeguato all’eleganza e allo stile british vestendosi in maniera adeguata. Cosa c’è di male in questo chissà… Non è più provinciale pensare come qualcuno (ADL ndr.) che Sarri poteva far realizzare maggiori guadagni grazie alle toppe degli sponsor su felpe e tuta?