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Quattro anni fa moriva Ciro Esposito: la ‘bravata’ di Gastone vale 16 anni

Quattro anni fa, il 25 giugno 2014, il cuore di Ciro Esposito, 30 anni, smetteva di battere. Dopo oltre 50 giorni di agonia, il tifoso del Napoli morì all’ospedale Gemelli di Roma per le gravi lesioni riportate agli organi interni in seguito all’agguato subito prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina.

All’esterno dello stadio Olimpico di Roma, in viale Tor di Quinto, a pochi metri dal ritrovo di un circolo di estrema destra, l’ex capo ultrà giallorosso Daniele De Santis sparò diversi colpi d’arma da fuoco contro alcuni tifosi azzurri dopo averli provocati, insieme ad altri facinorosi, con un lancio di fumogeni e petardi, alcuni dei quali diretti agli autobus che avevano accompagnato allo stadio donne e bambini. Un’azione che i giudici, nelle motivazioni della sentenza, definirono “bravata“.

Il bilancio fu di due feriti in modo lieve e uno, Ciro, in gravissime condizioni. Una tragedia che nei giorni successivi lasciò spazio alla figura di Gennaro De Tommaso, alias Genny ‘a carogna, il capo ultras del Napoli che chiese a nome dell’intera curva partenopea rassicurazioni sulle condizioni di Ciro Esposito prima del fischio d’inizio. Quando dall’esterno arrivavano notizie confuse e non veritiere, tanto che i telecronisti Rai addirittura arrivarono a ipotizzare che un napoletano era stato ferito a colpi d’arma da fuoco durante un tentativo di rapina a un commerciante. Il solito cliché, i soliti stereotipi.

Quattro anni dopo Ciro non c’è più mentre in nel processo d’Appello (secondo grado) la condanna a Daniele “Gastone” De Santis è stata ridotta da 26 a 16 anni, decisione motivata “dall’assoluzione dall’ulteriore reato di rissa contestato, nonché dall’esclusione dell’aggravante dei futili motivi e della recidiva”.

Ciro però continua a vivere nel cuore di tutti i napoletani grazie anche all’impegno dell’Associazione “Ciro Vive” guidata dalla famiglia e in particolare dalla madre Antonella Leardi. I tifosi azzurri della curva B lo ricordano, puntualmente, pochi minuti prima dell’inizio di ogni sfida casalinga del Napoli. Il 3 maggio scorso, giorno di ricordo della tragedia, il lungomare Caracciolo venne illuminato da tanti fumogeni in ricordo di Ciro.

Ciro Cuozzo

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