Ciro Guarente è pronto a parlare “Farò i nomi dei miei complici” ha riferito da Matera, un grande punto di svolta nell’omicidio di Vincenzo Ruggiero. Un delitto efferato la cui macabra ricostruzione ha lasciato interdetto anche il pm, il giovane attivista gay è stato brutalmente ucciso e fatto a pezzi dal suo spietato assassino ma il lavoro, troppo per una sola persona, prevedeva dei complici.
A un anno dal delitto oltre il nome del pregiudicato Francesco De Turris di Ponticelli non c’erano altri soggetti coinvolti, eppure non erano andate così le cose. La tesi dell’accusa ha avanzato che Guarente, in un raptus di gelosia per la transessuale Heven Grimaldi, abbia ucciso Vincenzo e abbia utilizzato un fucile a pallettoni per distruggere il cadavere della vittima per poi cospargerlo di acido muriatico e cementarlo in un garage di Ponticelli. La difesa di Guarente vuole che l’indagato faccia i nomi dei suoi complici, a seguito della richiesta di ergastolo si sarebbe detto pronto a parlare. Salterebbero tutte le coperture, la testa di Ruggiero non è mai stata ritrovata, chi ha aiutato Ruggiero in tutto questo? Nessuno si è reso conto di quello che stava avvenendo?
La famiglia del ventiseienne aspetta ancora a casa il corpo del figlio defunto per celebrare un giusto funerale, le autorità non sono ancora state in grado di ricomporre i resti del suo cadavere.
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